
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In certi momenti, in una certa luce, l”orto degli ulivi è una nuvola d’argento che trascina in un barbaglio accecante di colori e di fragranze. Soprattutto dopo pranzo, si rischia di perdere la cognizione del tempo, quando lo spirito è visitato dal demone del mezzogiorno che lo tenta perché sa di trovarlo indebolito. Yehochoua, Nathane ed Eleazar si ritrovano insieme per vincere paure e desideri, che si aggrappano allo stomaco come la resina sul tronco d’albero. Yeochoua ha un soprassalto: i legni contorti si trasformano in figure in agguato, pronte a sparare; distingue i particolari delle gambe rannicchiate, dell’occhio che prende la mira, dei capelli mossi dal vento che soffia a intervalli regolari.
- La gente si aspetta qualcosa, un gesto eloquente che movimenti le idee, le faccia diventare azione popolare.
- Eleazar, sei impulsivo: è una lunga formazione che cambia le menti e i cuori, non un agire prematuro.
- E’ vero, Yehochoua, ma non possiamo starcene con le mani in mano, mentre la folla freme.
- Chi è la folla, Nathane?
Ora il tronco d’albero è una donna bellissima che impugna la pistola. Ha tutto il tempo di prendere la mira, di inquadrare il petto di Eleazar.
- La folla è la forza collettiva che scardina le catene del potere.
- Con la violenza?
- Ti sembra giusto accarezzare una piuma, quando gli oppressi hanno bisogno di un pugnale?
- Se il pugnale penetrasse nel tuo petto, ne saresti convinto?
Gli occhi della donna brillano di una luce cattiva. Dove sarà il cuore? Più al centro o più a sinistra?
- Sono disposto a tutto, pur di superare questa impasse.
- Un potere abbattuto con le armi è la premessa di un potere ingiusto: cambiano le facce, ma l’anima è la stessa.
Prova un senso di piacere sfiorando la canna fredda, pronta a espellere il proiettile da un momento all’altro.
- Quanto dovremo aspettare, perché la storia si trasformi dal di dentro?
- Se getti il pugnale, sta già cominciando a trasformarsi.
Avigail si gira all’improvviso. Ismail e Yousef sono dietro un ulivo millenario, sicuri di non essere scoperti. L’uomo dalla barba scura ha una fionda tesa tra le mani.
- Belle le tue idee, Yehochoua, ma la gente aspetta.
- Non basta aspettarsi qualcosa perché sia la cosa giusta.
La canna fredda diventa incandescente, la nuvola d’argento dell’orto degli ulivi, piena di aromi e di colori, si confonde con l’odore acre della polvere da sparo, col vorticare di movimenti imprevedibili: un girare di sguardi, un agitare di mani, un groviglio di ombre che corrono in direzioni opposte.