Come già evidenziato a proposito dei film che trattano la depressione, anche i film sulla schizofrenia spesso sono pieni di mezze verità se non di inesattezze ed errori.
Il problema è che, sebbene si tratti di informazioni errate, lo spettatore che non ha un contatto diretto con persone che soffrono di questi disturbi si serve anche di queste informazioni per farsi un’idea di cosa sia la schizofrenia.
I film sulla schizofrenia e lo stigma
Nel peggiore dei casi, certi film possono contribuire ad alimentare un vero e proprio stigma nei confronti di chi ha questi gravi problemi psicologici. Stigma significa avere una visione negativa di una persona nella sua globalità sulla base di alcuni dettagli che la riguardano: stigma è ad esempio ritenere una persona inaffidabile e smettere di frequentarla solo perché si è venuti a sapere che assume psicofarmaci o ha avuto, magari diversi anni addietro, un ricovero in un reparto psichiatrico. Alle difficoltà insite nella schizofrenia si aggiungono così la paura, la confusione, il rifiuto che questo disturbo suscita negli altri.
Schizofrenia non vuol dire violenza
A dispetto dei pregiudizi spesso contenuti nei film (e nei romanzi), una persona schizofrenica non è più violenta di una persona che schizofrenica non è e, nei fatti, solo un piccolo numero di persone con questa diagnosi commette omicidi: al contrario di quanto si sarebbe portati a pensare in base ai film (ad esempio, Repulsion di Roman Polanski), chi ha questo disturbo è probabile subisca comportamenti aggressivi e che, da adolescente, sia stato vittima di bullismo, patendo, ad esempio, prese in giro e isolamento sociale da parte dei coetanei.
Oltre le allucinazioni e i deliri
Alcune persone con schizofrenia sentono voci che altri non sentono o pensano cose che non hanno nessun riscontro con la realtà: un mio paziente era arciconvinto, ad esempio, di essere figlio di Marilyn Monroe e Mick Jagger e per lui questa era una verità sacrosanta, impossibile da mettere in discussione, mentre un altro temeva di venire cotto al forno e mangiato da extraterrestri “col naso all’incontrario”. Allucinazioni e deliri sono prodotti dalla mente ma per chi li vive sono esperienze oggettive e non unicamente personali.
Allucinazioni e deliri sono però soltanto alcuni dei possibili sintomi della schizofrenia e non sempre sono presenti. Altri sintomi della schizofrenia, e a volte anche più devastanti, possono essere:
- un danneggiamento più o meno profondo delle funzioni cognitive, ad esempio l’attenzione;
- il ritiro dalle relazioni sociali, sino ad arrivare a un isolamento che non fa uscire da casa per anni;
- un appiattimento affettivo che fa apparire chi è schizofrenico letteralmente impermeabile a ciò che gli accade, anche se si tratta di eventi tragici.
Al cinema l’appiattimento delle emozioni e l’apatia sono di rado rappresentati mentre è dato ampio spazio al delirio e alle allucinazioni visive, probabilmente perché più “filmici” e coinvolgenti per lo spettatore, ad esempio Bug. La paranoia è contagiosa di William Friedkin o Pi greco. Il teorema del delirio di Darren Aronofsky.
La schizofrenia ha più cause
È poi abbastanza improbabile che un disturbo complesso come la schizofrenia abbia un’unica causa. Se negli anni Settanta la famiglia veniva additata come colpevole dello sviluppo di una schizofrenia – come si vede ad esempio in Family Life di Ken Loach o in Shine di Scott Hicks (ammesso che il protagonista, David Helfgott, sia schizofrenico) – oggi la ricerca ha messo in luce come i fattori causali siano tanti e compresenti. Si tratta di elementi quali la vulnerabilità genetica, il tipo di accudimento fornito dai genitori, gli stili di vita adolescenziali, l’assunzione di droghe etc.
La schizofrenia si cura
Ormai nessuno ritiene che per curare la schizofrenia sia sufficiente ricorrere ai farmaci. I farmaci sono solo uno degli elementi della cura e quest’ultima comprende anche la psicoterapia individuale e/o di gruppo, la riabilitazione psicosociale, gli interventi psicoeducativi con la famiglia e tanto altro ancora.
Soprattutto, si tratta di un sistema di cura efficace e che in molti casi può essere d’aiuto nello sviluppare quelle abilità che la schizofrenia ha offuscato e che sono necessarie per avere relazioni sociali o tenersi un lavoro o una casa, insomma per avere una vita come quella di chi schizofrenico non è.
È poi quello italiano un sistema di cura unico, dato che l’Italia è l’unico paese al mondo in cui non esistono ospedali psichiatrici e l’assistenza psichiatrica viene svolta quanto più possibile all’interno della collettività.
Nella seconda parte di questo articolo, alcuni film per avere un’idea realistica di come sia la vita per una persona che ha una schizofrenia. Stay tuned!
Photo credit: Far0_RC1
Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell’area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l’associazione PreSaM onlus. Nell’ambito dell’educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.
Per consulenze psicologiche, psicoterapia, scrittura di progetti, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail oppure telefonarle al 349.8195168.