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6) Racconto: Macchina da vendetta

Da Angivisal84

Macchina da vendetta di Simone Arioli Creatura: Golem6) Racconto: Macchina da vendetta
Alabrius Cohen stava spaparanzato su divano con due escort, una afroamericana e l’altra asiatica, tirando coca e bevendo scotch. Quando vide la grossa creatura antropomorfa che sembrava fatta di terra irrompere dalla finestra che dava sul giardino, pensò che tale visione fosse dovuta proprio all’alcol e alla droga. Ma Dominique e Lynn, le due escort di cui sopra, urlavano troppo forte perché l’intruso non fosse reale. Il signor Mason, il capo della sicurezza, irruppe nella stanza armato di mitra e scaricò una ventagliata di proiettili contro l’essere di fango, gridando al proprio capo di mettersi al sicuro. I proiettili rimbalzarono sul bersaglio senza scalfirlo minimamente, devastando il mobilio della saletta, colpendo anche Lynn. Dominique si gettò verso di lei per accudirla, mentre Cohen, insicuro sulle proprie gambe corse a ripararsi di fianco a Mason.<Che diavolo è?> gli chiese.<E che ne so?> rispose l’altro. <Nel garage stiamo preparando l‘automobile per la fuga!>.Cohen non se lo fece ripetere e attraversò il corridoio che portava all’autorimessa, dove però le altre tre guardie di turno quella notte si erano accorte che l’automobile non partiva. <E’ stata manomessa!> spiegò uno dei tre.<E cosa dovrei fare? Scappare in bicicletta? Bel servizio di sicurezza che siete!>.<Signore, quel mostro ha sfondato il cancello, spezzato il collo ai cani in giardino, e sembra pure a prova di proiettile> rispose come giustifica il più giovane dei tre.Coehn lo guardò furioso.<Ok, provate un‘altra volta a fermarlo, visto che vi pago per proteggermi?>.Dalla villetta intanto un urlo lasciava intendere che Mason era stato fatto fuori e dei passi preannunciavano che il gigante stava avvicinandosi a loro. Cohen ricordò che le due prostitute erano venute fin lì in macchina, e che il loro mezzo era stato parcheggiato in cortile. Corse all’esterno della villa e rientrò in salotto dalla finestra sfondata dal gigante stesso. Lynn era morta dissanguata, e Dominque stava seduta di fianco a lei piangendo.<Dammi le chiavi della macchina!> le urlò.<Se non fosse per te sarebbe ancora viva!> gli gridò lei ignorando il suo ordine.<Prendiamo la macchina, possiamo scappare> rispose lui cercando le borsette delle due ragazze.<Quel… coso è venuto per te! Sta seguendo te, salvati da solo!> disse lei afferrando la sua borsetta e nascondendola dietro di sé.Cohen avrebbe voluto saltarle addosso, ma dal garage arrivarono dei rumori che lo bloccarono: scariche di mitra, un grido di dolore, un’esplosione (una bomba a mano?) e di nuovo un urlo di agonia.Di scatto la ragazza si alzò e corse fuori, Cohen la inseguì, solo per ritrovarsi davanti al mostro che era venuto a cercarlo. Questi allungò un braccio per ghermirlo, ma lui lo evitò per un soffio. Si buttò sulla Smart della ragazza, dal lato del passeggero, poco prima che lei accendesse e partisse, nonostante tutte e quattro le gomme fossero state squarciate.<Vattene, non ti voglio!> gli strillò contro.<Ti pago il doppio se mi salvi le chiappe> propose lui disperato.<Lynn non la ripagherà nessuno>.<Ti do anche la sua parte>.<Sei un mostro senza cuore, spero che quel coso ti trovi e ti uccida>.Lui le sferrò uno schiaffo, lei perse il controllo del veicolo che arrestò la propria corsa addosso un’aiuola del giardino. Cohen scese dal veicolo , vi girò intorno e arrivato da lato del conducente spinse fuori Dominique tirandola per i capelli. La ragazza poté opporre una futile resistenza prima di finire distesa sul prato. Cohen salì a bordo mise in moto, e con un paio di manovre liberò il veicolo dall’aiuola e scappò.Dominique, da terra, vide la creatura fangosa correre all’inseguimento di Cohen, mentre alle sue spalle la villa aveva preso fuoco. Le fiamme si erano appiccate dal garage ma non avevano ancora raggiunto il salotto: decise di correre per recuperare il corpo di Lynch e salvarlo dalle fiamme. Arrivata provò a sollevarlo senza riuscirvi: tutta quella tensione le aveva tolto le forze.<Ti aiuto io> le disse uno degli scagnozzi di Cohen, sbucato in mezzo al fumo che aveva invaso la stanza.<Grazie> rispose lei sorpresa nel vedere qualcuno ancora vivo.Si sedettero sul prato a distanza di sicurezza dalle fiamme. Lei piangeva accarezzando il volto dell’amica morta, lui stava chiamando i Vigili del Fuoco, richiedendo anche un’ambulanza.<Cosa… cos’era quel mostro?> le chiese Dominique quando lui ebbe finito la chiamata.L’uomo la guardò sorridendo amaramente.<Un golem>.<Cosa?>.<Hai presente quelle balle che si raccontano ai bambini per farli stare buoni? Ognuno ha le sue: quel poveraccio di mio nonno mi raccontava sempre di questi esseri fatti di fango che venivano creati perché uccidessero un nemico del loro costruttore>.Dominique sgranò gli occhi.<Ha ferito solo chi ha cercato di fermarlo. A parte la tua amica, colpita da proiettili di rimbalzo>.<Ma queste cose non esistono!> disse lei come se quella protesta avesse potuto cancellare l’intera vicenda.<Ci hanno scritto un romanzo, su uno di questi cosi. Da qualche parte l‘idea l‘avranno pur presa> disse lui facendo spallucce.Dominique lo osservò con odio.<Tu sapevi tutto e ti sei guardato bene dal sparargli, vero?> gli disse con disprezzo sul volto.L’uomo udì in lontananza le sirene dei Vigili del Fuoco. Si alzò, e la osservò con aria davvero pentita.<Mi dispiace per la tua amica. E per la vostra macchina>, disse allontanandosi.<Sei tu che hai creato il golem, sei tu che hai causato tutto!> gli urlò dietro.Si alzò per inseguirlo, e lo vide mentre tirava fuori una motocicletta nascosta dietro ad un cespuglio all’esterno della recinzione.Provò a fermarlo, ma lui la respinse facendola cadere all’indietro. Si infilò il casco, accese la moto e se ne andò a gran velocità sulla strada sterrata che congiungeva la villa alla statale.Piangendo violentemente, Dominique tornò ad accudire la sua amica.

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