Pubblicato da fabrizio centofanti su novembre 14, 2011
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Quando sei pressato da ogni parte, la decisione è sempre inopportuna; eppure sono lì per te, non puoi mancare l’appuntamento con la storia.
Ma puoi immaginare anche la luna, i crateri di cellulite cosmica, appena coperti dall’albero piegato verso est.
Le alternative si affacciano alla mente nello stesso momento: rinunciare, decidere di arrivare fino a un certo punto, andare avanti fino al primo scontro con i troopers.
Una rosa, una rosa, perché una rosa conquista, cosa avrà di vincente il pugno di petali dalla vita così breve?
Una mossa ragionevole sarebbe stata procedere fino all’Edmund Pettus Bridge: le guardie sarebbero intervenute in ogni caso e tutto si sarebbe risolto senza la violenza della volta precedente.
E’ la stessa emozione del mare che viene a morire sulla spiaggia, la schiuma che si arrotola biancastra tra le cosce della baia.
Sì, avrei fatto questa scelta: anche se sapevo che il prezzo da pagare era l’immagine, incrinata da accuse impietose di incertezza e codardia.
E perché non immaginare proprio lei, raccolta su se stessa – sta dormendo? Meditando? O immagina anche lei di diventare nuvola, cespuglio, roccia al confine tra la notte e il giorno?
Provai a giustificarmi, a dire che era tanto che due razze contrapposte si guardassero negli occhi sotto l’arco di ferro dell’Edmund Pettus Bridge.
A volte ti chiedi, invece, se non stai solo sognando che lei non sia con te, se non sia là, sulla riva del mare, con le braccia conserte, a misurare la distanza tra la sua pelle e i tuoi pensieri.
Se tornassi dietro, cosa sceglierei? Come sarebbe la storia se i momenti cruciali potessero tornare, se fosse concesso di ripercorrere la strada, di ritrovarsi nello stesso punto col senno di poi, gli insulti e le bestemmie che ti piovono addosso e non sai come evitare?
Non potrebbe darsi che quello che accade e non accade sia dentro il romanzo che continui a scrivere ogni giorno, mentre i pensieri marciano e prima o poi si scontreranno coi nemici di sempre, coi complessi in agguato, coi manganelli delle sconfitte dolorose, i lacrimogeni delle delusioni, i fucili automatici dei tradimenti, degli attacchi gratuiti, dell’assurdo che ti dà appuntamento ogni volta sullo stesso ponte?