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64 – Inventata macchina del tempo!

Da Winston Smith @diariodiwinston

Inventata macchina del tempo!

Magari un giorno il giornale avrà questo titolo, intanto sfrutto queste parole per convincervi a proseguire la lettura dopo aver catturato la vostra attenzione.

L’idea del post è venuta fuori da uno di quei ricordi che arrivano inaspettati, e mi ha portato a pormi domande che qualcuno più bravo avrebbe potuto trasformare anche in qualcosa di interessante. Non essendo il mio caso ve le propongo e basta, in questo modo rompo questa lunga catena di venerdì in cui parlo di recensioni (e altro) e proseguo la stesura del diario.

Come avrete ben capito, il tema è il tempo.

Considerando quanto è presente in ogni tentativo di scrittura passata, stento a credere che provenga proprio da quel ricordo:

Frequentavo la prima superiore, e con tre amici mi trovai ad aprire quasi per gioco una radio on-line. Quel quasi per gioco rese il progetto così poco stimolante che la radio morì dopo soltanto una trasmissione per poi essere rilanciata da me soltanto poco tempo dopo con una maggiore intenzione (sopravvisse per ben sette episodi!).

Ebbene, ciò che a distanza di anni mi è tornato alla mente è proprio il tema del famigerato ottavo episodio, quello mai andato in onda!

Dunque eccomi qui a proporvi la domanda che non ha aperto l’episodio e che mi è rimasta inespressa per tutto questo tempo:

“Se aveste la possibilità di viaggiare nel tempo, quale sarebbe la vostra meta e per quale motivo?”

Tralasciando gli eventuali paradossi temporali (nella domanda era sottinteso che tornando nel passato non si modificava il nostro futuro), ciò che avrei svelato al termine della puntata è che avrei scelto senz’altro una meta antica con l’idea di propormi come “inventore” di tecnologie moderne sfruttando il mio vantaggio di abitante del 21° secolo.

Da qui la mia riflessione: cosa mi distingue effettivamente in quanto uomo del 21° secolo? Quali invenzioni utili sarei in grado di proporre?

Ovviamente quando pensai a questa possibilità non avevo fatto i conti con Troisi e Benigni che in questa scena memorabile di “Non ci resta che piangere” hanno colto nel segno:

In effetti non riesco a immaginarmi un qualcosa di plausibile da proporre, o almeno nulla di rivoluzionario come poteva essere il mio intento iniziale!E’ come se il progresso tecnologico e la vita quotidiana viaggiassero (permettetemi la similitudine) su due binari paralleli! Non abbiamo alcun controllo degli apparecchi elettronici con cui entriamo in contatto quotidianamente e non abbiamo la minima idea di come facciano a funzionare.

Se non fosse per l’abitudine, la nostra reazione alla visione di un qualsiasi oggetto elettronico sarebbe come quella di un uomo medievale.

Personalmente ho provato con tutto me stesso a trovare l’invenzione da poter trasmettere, il risultato è stato un tornare sempre più dietro nel passato, alla ricerca dell’invenzione, e di conseguenza ancora di più nel passato per trovare la meta ideale dove proporre quell’invenzione non significherebbe essere condannato al rogo!

Avevo forse raggiunto il compromesso: se non il fuoco, avrei potuto insegnare a usare la ruota all’uomo primitivo. Forse però, in quel caso, il viaggio sarebbe diventato un qualcosa di molto differente dalla meta idilliaca proposta, e cosa sicura, non sarei stato eretto a divinità per qualche invenzione sconvolgente, ma al massimo sarei finito dove finivano i matti di qualunque era!

Per concludere aggiungo uno dei miei soliti elenchi in cui vi propongo una serie di “cose” sui viaggi nel tempo, e ne approfitto per farvi una confessione di cui mi vergogno: non ho mai visto nessuno dei tre “Ritorno al futuro”.

L’esercito delle dodici scimmie: è un film con Bruce Willis molto intrigante. Il finale è di quelli che necessita una  riflessione per essere compreso appieno (almeno così è stato per me), ma poi lascia soddisfatti.

Cloud Atlas: Qui l’aspetto del tempo è leggermente differente: il viaggio è ideato per lo spettatore e non per i personaggi. Qui la recensione.

Le dimensioni del mio caos: lavoro musicale di Caparezza che propone un’Italia parallela frutto di un paradosso temporale. Qui la recensione.

Break to the future: uno dei primi video dei the Jackal di cui parlai in questo TONT.

[.]

Vi saluto riproponendovi la domanda:

“Se aveste la possibilità di viaggiare nel tempo, quale sarebbe la vostra meta e per quale motivo?”

Oppure vi invito a trovare un’invenzione tecnologica da proporre nel passato per accelerare l’evoluzione.

Oppure leggete e basta.


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