Pubblicato da fabrizio centofanti su maggio 19, 2012
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Una cosa unica, non accadrà mai più: se perdi il treno, il prossimo sarà in un’altra vita. Sei immobile, non dici una parola. E’ lì vicino, sembra che faccia un leggero movimento per vedere se hai voglia di parlare, se il mutismo si sciolga in qualche confidenza, in uno sfogo.Da tanto non lo fai; da quando tua madre è sulla soglia del cuore a dirti che non vali, che qualunque strada intraprenda non potrai riuscire, ed è inutile fingersi aggressivi: la rivoluzione, quella vera, sarebbe far saltare le barriere erette fino a oggi, che vietano l’accesso persino all’uomo dagli occhi grandi e azzurri che non sai da dove sia piovuto, che qualcuno ha invitato nel posto accanto al tuo, mentre Vasco canta Ogni volta, la gente grida, alza le mani, applaude, non sa più come esprimere la sua felicità. Diglielo, se sei felice, ora, solo ora, nell’attimo che salva dall’abisso quotidiano, dalla rabbia assassina, dalla voglia di rovesciare il mondo, di metterlo a ferro e fuoco per farla pagare a quella stronza di tua madre; che la paghino tutti, perché nessuno ti ha aiutato, neanche Amerigo, che pensa solo a scrivere, a litigare nelle piazze dove i gatti pietrificano tutto, anche te, che potresti parlare, confidarti: perché ti ostini? Ci dev’essere un modo per spezzare le catene; diglielo, se sei felice, ora, solo ora, perché c’è lui, Fofner dagli occhi come il cielo, apparso come appare una scritta sopra il muro, sull’argine estremo di un pontile, mentre il mare in piena della musica ti bagna tutta, ti eccita, più delle rapine, più del sangue; è un attimo: potrà un istante cambiare la tua vita, potrà questa bellezza rovesciare il mondo o pensi solo di metterlo, ogni volta, a ferro e fuoco? Starà cantando per te? Che Vasco abbia compreso che è questo il momento decisivo? Ti giri verso lui, stai per dirgli qualcosa, stai per leggere la scritta che promette di cambiare tutto: Fofner, sei la mia vita; ma qualcosa ti frena, che sarà? Serri la mano, non senti più la musica, avverti solo il dolore che ti schianta, spreme una lacrima che lui ti asciugherà, come l’onda finisce sulla spiaggia e a poco a poco si fonde con la sabbia, dove le scritte svaniscono ogni volta, appena si alza il vento.