Magazine Cinema
1 PERPETUUM MOBILE
Brevissimo, soli 5 minuti, ma serrato, dal gran ritmo. Un uomo vede morire una ragazza in una libreria investita da un'auto impazzita. Tutto era un sogno però. Ma il presentimento che ha è forte, così va a vedere alla libreria. Qualcosa effettivamente accadrà ma forse è soltanto un ribaltamento di prospettiva.
L'attore che interpreta lui ha un viso magnetico, la regia e la fotografia sono di primordine, l'idea sembra non originale (il ripetersi di un sogno) ma il colpo di coda finale la rende tale. VOTO 7,5
2 ARMANDINO E IL MADRE
Questa è la prima regia di Valeria Golino. Si vede che i mezzi ci sono ma a mio parere ci troviamo forse davanti al corto più debole. Un piccolo scugnizzo fa da tramite tra il suo fratello più grande e la ragazza francese restauratrice d'arte che lavora nel museo dirimpetto a casa loro, il Madre. Corto simpatico, abbastanza tenero ma poco di più. La trovata iniziale, quella del ragazzino che corre da una parte all'altra per cercare di convincere la ragazza a tornare dal ragazzo alla fine resta l'unica. Finale sciapino. Bravi gli attori. VOTO 6,5
3 IO SONO QUI
In Sardegna non c'è nulla, non c'è futuro. Giovanni lascia così la propria terra e i propri amici per andare in Kosovo. Lo aspetterà la morte invisibile da uranio impoverito. Grande comparto tecnico, bellissima la fotografia aiutata dagli splendidi scenari sardi e dal teatro di guerra. Molto semplice il messaggio, nessun retoricismo di troppo. La sequenza finale con loro che si girano di scatto e quella dell'omino del biliardino che fluttua nel mare sono davvero bellissime. Sceneggiatura abbastanza piatta e priva di guizzi. Bello. VOTO 7
4 L'ANNIVERSARIO
Alessandro Haber vuole festeggiare l'anniversario di matrimonio. La moglie gli compra un tom tom apposta per farlo arrivare senza poter sbagliare al luogo dell'appuntamento. Guidato dal navigatore lui ci arriverà. Sempre dritto.
Inutile ripetersi, la qualità è alta, questi son corti girati da professionisti. Il colpo di scena centrale è strepitoso ma il film poi si afflosica negli ultimi 3,4 minuti. Io l'avrei fatto finire lì una volta arrivato a destinazione, un finale col botto. VOTO 7
5 JODY DELLE GIOSTRE
Ecco che il corto probabilmente (ma solo di poco) più amatoriale è forse quello che mi ha lasciato un ricordo migliore. Jody è figlio di giostrai ambulanti, ogni settimana per lui c'è una scuola diversa, amici diversi. Ma Jody ha cuore e anche se non viene accettato dagli altri vuole regalare un sogno a un ragazzino.
Il bambino è magnifico, il resto degli attori credo non siano nemmeno professionisti.Quello che ho aprezzato di più, oltre al racconto di una realtà sempre interessante come quella del mondo delle giostre, è una cosa rarissima sia nel cinema che nella realtà. Un bimbo che vuole regalare una gioia a un suo coetaneo è qualcosa di magico e inusuale perchè è molto più facile che a quell'età si sia più "cattivi" e menefreghisti o che comunque le gioie e i divertimenti si condividano, non regalino. Tenerissimo. VOTO 8
6 GAMBA TRISTA
Unico corto d'animazione, tra l'altro disegnato con dei tratti che mi son piaciuti moltissimo. E' un corto che affronta con gioia, leggerezza e spensieratezza un tema come quello dell'handicap, perdipiù giovanile. Gamba Trista non ha ossa nelle gambe e queste gli sono diventate praticamente degli elastici che si possono legare dapertutto (tipo Tiramolla per intenderci). Potrebbe soffrirne ma l'amore per una coetanea e lo scoprire un'abilità segreta che supplisce all'handicap gli rendono la vita solo una grande gioia. Il corto ha momenti quasi lirici. Il salto nel vuoto col sorriso sulle labbra è da pelle d'oca.
E poi la dedica finale "A Giuseppe" lì per lì mi ha messo i brividi...
VOTO 7,5
7 CAFFE' CAPO
Ecco, questo era soltanto un buon corto che con il colpo d scena degli ultimi 30 secondi diventa davvero notevole. Un professore universitario è candidato alle elezioni comunali. Capisce che i voti più importanti saranno quelli degli extracomunitari. Ne incontra uno in autogrill.
Tre/quarti del corto sono come un lungo monologo diegetico del protagonista che parla all'auricolare del telefonino, prima in macchina poi all'interno dell'autogrill. Poi comincia a mangiare una zuppa insieme a un extracomunitario, due cucchiai nello stesso piatto. Crede che possa essere uno spot elettorale strepitoso. Ma la realtà è completamente opposta. Davvero geniale gli ultimi secondi, quello che era un gesto forzato di solidarietà di uno si ribalta in un gesto naturale di solidarietà dell'altro. Ottimo. VOTO 8
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