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7 Cose Indispensabili che Non Servono a Niente

Creato il 21 settembre 2013 da Angelozinna

7 Cose Indispensabili che Non Servono a NienteCi sono oggetti che non possono non essere inseriti in una lista di carico. Tutti ce li trasciniamo dietro per mesi credendo che prima o poi arriverà il giorno in cui si dimostreranno necessari, il momento in cui la nostra vita verrà salvata dai nostri fidati strumenti di viaggio. Di solito questo non arriva. Ecco sette oggetti indispensabili che per mesi hanno viaggiato nel mio zaino senza mai (o quasi) vedere la luce:

1) La giacca antipioggia. Chi partirebbe per un viaggio ai tropici nella stagione dei monsoni senza un kay way? Nessuno. Durante gli ultimi tre mesi ha piovuto virtualmente un giorno sì e l’altro pure. Piove qualche ora al giorno, poi smette, poi ricomincia. Poi magari c’è una settimana buona e poi invece torna il diluvio. In tutto ciò ho utilizzato la mia giacca due volte. E indovina? Mi sono bagnato lo stesso. E indovina ancora? Ci sono 35 gradi fissi e in 10 minuti sei asciutto. Si pensa sempre che prima o poi arriverà il giorno in cui ci si troverà in mezzo alla strada sotto una pioggia torrenziale, ma la verità è che questo non succede. Se piove troppo forte un posto per ripararsi si trova sempre, e se piove piano è solo acqua. Continuerò a portarmelo dietro? Probabilmente sì, in situazioni come campeggio o trekking può essere utile, ma se non svolgessi queste attività lo avrei lasciato indietro già da un bel pezzo.

2) Il coltellino multiuso. Avevo con me un Victorinix con una decina di funzioni. Era bellissimo. Coltellino, seghetto, cacciavite, pinzette, forbici e così via. Ha preso la ruggine. Non ho niente da avvitare, niente da segare, niente da tagliare e anche per affettare un po’ di frutta il coltello finisce per essere troppo piccolo. Continuerò a portarmelo dietro? No, ho sostituito il coltellino multiuso, con un coltello a scatto vero e proprio, grande abbastanza per affettare una mela a colazione o per trafiggere qualcuno in un occhio se prova a rubarmi la macchina fotografica. E poi ho rubato un cucchiaio di plastica dal McDonald’s se servisse una posata per mangiare.

3) Il sacco a pelo. Qui la questione è semplice: vai in campeggio – ti serve il sacco a pelo, non vai il campeggio – non ti serve il sacco a pelo. Non importa quanto lontano dalla civiltà ti trovi, non importa quanto credi di aver bisogno di un’attrezzatura da sopravvivenza, se c’è un hotel, un ostello, una guesthouse o casa di qualcuno ci saranno anche un letto e delle lenzuola pulite e delle coperte. L’unica situazione in cui mi è capitato di usare il mio è sugli autobus thailandesi dove l’aria condizionata è a mille. Avevo già con me un sacco leggero e l’ho portato con me perché sarebbe stato un peccato buttarlo via. Continuerò a portarlo con me? Non lo so, mi piacerebbe poter abbandonare altri 600 grammi, ma credo che lo terrò fino all’Himalaya dove potrebbe rivelarsi utile.

4) Il cellulare. Non ho uno smartphone. O un cellulare a colori se è per questo. Il mio telefono telefona e basta in pratica, e per questo in viaggio mi è stato di poco uso. Il credito di sette mesi fa è ancora intatto, e così è la batteria scarica. Continuerò a portarmelo dietro? Non pesa niente, quindi sì.

5) La guida di carta. Per le destinazioni visitate fino a ora le guide di viaggio hanno avuto poco uso. Sui i percorsi battuti è facile orientarsi e su quelli meno battuti le guide, in particolare se un po’ datate non sono molto efficaci. Con questo non dico che le guide non siano utili, ma solo che in un viaggio su più paesi non valgano il peso. Quando mi servirà una guida o una risorsa da consultare senza il bisogno di internet la scaricherò. Se avessi una guida tra le mani la leggerei volentieri, ma un chilo di carta sulle spalle non è un’opzione a questo punto. Con un e-book reader ho trovato molto utile crearmi le mie di guide, unendo pagine di Wikipedia e Wikitravel a informazioni storiche, blog personali e magari anche estratti da guide turistiche, per poi scaricarle in un solo file con Readlists.

6) Shampoo, docciaschiuma, detersivo e altri prodotti che sono una versione diversa della stessa cosa: sapone. Evito di portare liquidi nello zaino che tutti i giorni viene scaraventato da un autobus all’altro, in particolare quando si tratta di questo genere di prodotti. Con una barretta di sapone mi lavo sia io che i miei vestiti, e quando questo non basta la lavanderia non costa mai più di due euro. È solido e costa 20 centesimi.

7) Tappi per le orecchie. Utilissimi. Bloccano qualsiasi rumore esterno e creano il silenzio anche in camerate d’ostello, treni arrugginiti, aerei con bambini piangenti e così via. Pesano niente, costano niente ed evitano il passaggio ad azioni violente nei confronti di chi impedisce il sonno. Il fatto è che, però, dopo un po’ ci si abitua a tutto e se c’è da dormire si finisce per dormire ovunque. In aeroporti dove gli altoparlanti chiamano continuamente turisti cinesi in ritardo, su autobus che hanno lasciato gli ammortizzatori in officina e in camerate dove le quattro di mattina sono l’ora di punta. Continuerò a portarmeli dietro? Certo, li porterei ovunque perché sono essenziali. Ma li ho persi. E poi mi sono dimenticato di averli persi. E sono sopravvissuto. Quindi no.


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