Tornando di nuovo alla puntata di Presa Diretta di domenica scorsa sul nucleare, un paio di considerazioni: ma, a voi, è piaciuto come prodotto informativo-giornalistico?
Per la sua faziosità, per la mancanza di una benché minima coerenza (si salta di palo di in frasca), per il fatto che sparge allarmismi citando casi limite e per una serie di motivi che illustro brevemente: 1-si parla di incidenze tumorali e leucemiche nei bambini e non solo. A riguardo è stato citato uno studio tedesco del 2007: il “Kikk study”. Lo si spaccia per fatti incontrovertibili quando se il nucleare fa male o no alla salute non è dimostrato. E’ stato anche presentato uno studio contrario. Ma questo non l’hanno detto: cercatevi gli originali e vedrete. 2-si sono portati come esempio di contaminazione radioattiva casi di centrali vecchissime e si è parlato di scarico di scorie nelle acque avvenuto 30-40 anni fa, quando era consentito perché non ritenuto dannoso. Ora non si fa più, ma non l’ho sentito dire.. 3-si è parlato di scorie e depositi delle medesime. Anche qui si sono citati esempi al limite, casi dove evidentemente le cose possono essere state organizzate e gestite male. Ma lo si è fatto passare per la normale prassi. 4-le interviste a tecnici, responsabili, civili, dirigenti, esperti, scienziati, familiari di malati ecc. mi sono sembrate montate in modo da dare determinate impressioni (negative ovviamente). Che potrete però chiarire informandovi per conto vostro. 5-si è parlato del nucleare che si vuole introdurre in Italia (tecnologia Epr) toccando i tasti più dolenti e, anche qui, più al limite: Flamanville Francia e Olkiluoto Finlandia. Due prototipi appunto, che come tali sono soggetti a errori e sfortune che difficilmente si possono ripetere. Eppure si è presentato un quadro al limite del delinquenziale. 6-si è voluto far pensare che chi ‘traffica di nucleare’ sia del tutto irresponsabile, che ‘compri il consenso’ delle persone spargendo soldi e infrastrutture (è vero piuttosto che il nucleare ha arricchito quei contesti con buona economia), che ignori e calpesti diritti e sicurezza dei dipendenti; ma anche qui sono stati citati casi limite, legati a centrali fra le più vecchie (alcune magari spente da anni o in via di spegnimento). 7-hanno mostrato immagini di variopinte proteste, ma non ho visto una persona intervistata che fosse favorevole. Non una. Vi sembra pluralismo dell’informazione questo? Concludo: so bene che l’argomento è controverso, delicato, che suscita sospetti (che a molti sono sufficienti per dire NO, ed è legittimo). Ma ci sono anche molte voci a favore: fior di ambientalisti, chiamiamoli ‘convertiti’, che si sono resi conto della differenza fra allarmismo e realtà.
E infine, trovo indegno che un servizio pubblico con la pretesa di fare informazione in realtà sparga terrore. È come dire: nel mondo ogni giorno muore qualcuno. Bella scoperta! Ma quante persone invece vivono normalmente? Quante nascono? Se si fa informazione bisogna dire tutto. Non solo una parte e usarla come strumento per seminare il panico e la sfiducia nel prossimo e in chi ci governa. Saluto tutti.