Magazine Cultura

7. Grigio

Creato il 21 marzo 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 21, 2012

da qui

- Non fare sciocchezze, Filippo, lascia perdere.
- Ormai ho deciso don, non cambio idea nemmeno se mi ammazzi.
- Ti ammazzo?
Sorride, come sa sorridere lui solo. La chiesa è un uovo gigante da cui entra una giostra di colori, come se il grigio dei mattoni ci fosse per vincerlo col caleidoscopio che esplode soprattutto il pomeriggio, quando si entra e si rimane folgorati, senza fiato.
- Scherzo, comunque non ritorno indietro. Vado da Mattea.
E’ possibile innamorarsi di una con un nome come questo? Te l’immagini? Baciami, Mattea. Eppure, forse è proprio il nome che l’ha tirato dentro, voleva capire come fare a metterlo insieme con una ragazza tanto bella.
- Vuoi mollare tutto? E quello che stavamo costruendo, giorno dopo giorno?
Filippo è agitato: ha le mani intrecciate, come per pregare; in realtà vuole frenarsi, perché gli scappa di fuggire. Si accorge della statua della santa che maneggia un crocifisso: lo guarda come se aspettasse una parola.
- Chissà che ne pensa santa Rita.
- Che vuoi che me ne importi?
Il prete fa un respiro profondo. Gli passano davanti le immagini delle corse in macchina, dei medici, le comunità aggrappate sui monti più sperduti; le notti insonni, le telefonate disperate.
. E di quello che penso io?
- Tu non mi capisci don: mi hanno ferito.
Sul soffitto si apre una fila doppia di finestre, da cui si scorge il cielo. Come ci vede Dio? Se riuscissimo a specchiarci in lui, a perderci cantando nell’azzurro, come la cicala. Cosa faremmo se ogni gesto venisse replicato fino ai confini ultimi dell’universo?
- Non è la ferita che conta, ma la cura.
- Belle parole, non m’incanti più.
Se il riflesso sulla superficie liscia della verità ci convincesse che chiuderci nei fallimenti è solo il capriccio di un bambino?
- Dove pensi di andare?
- Prendo la prima corriera che mi capita.
Sapere che ogni scelta ha conseguenze a catena nelle galassie più lontane, nelle orbite dei pianeti e delle stelle, nella corsa insensata dei meteoriti e della polvere cosmica.
- Come sarebbe questa chiesa senza la vetrata?
- Te l’ho detto: non m’incanti, don.
Il Cristo ha gli occhi azzurri: osserva ogni cosa con pazienza, come si trattasse solo di aspettare.
- Sarebbe tutto grigio. Ci pensi? Un mondo tutto grigio.
- Addio, non ti preoccupare.
E’ come se scrutasse l’orizzonte, la strada deserta, quando viene notte.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazine