Ultimo film del bravo De Martino, autore di cult assoluti come L’Anticristo ed Holocaust 2000, che purtroppo chiude una dignitosa carriera cinematografica nel peggiore dei modi, girando uno dei lavori più sciatti, noiosi e dimenticabili mai prodotti nel periodo.
“Joanna (Christina Nagy) è una donna molto ricca costretta sulla sedia a rotelle. Con l’aiuto di Craig (David Warbeck), che la vuole anche sposare, sta reagendo alla malattia preparandosi a gare sportive per disabili e ha intenzione di destinare gran parte del suo patrimonio a creare un istituto per i paraplegici. Ruth (Carroll Blumenberg) è legata da un intenso rapporto con Joanna e preoccupata dal possibile matrimonio. Il dottor. Sernich (Rossano Brazzi) avvisa Craig che Joanna è paralizzata dall’età di undici anni quando cadde dalle scale scappando da un maniaco che violentava bambine vestito da prete: Joanna non ricorda nulla dell’accaduto, ma se lo facesse potrebbe morirne d’infarto. Naturalmente, Joanna sposa Craig e comincia a vedere un prete maniaco che la minaccia”
Pur riconoscendo l’ottimo incipit della vicenda e l’interessante prova attoriale della coppia Warbeck-Nagy (che a detta di molti si detestarono visceralmente durante le riprese), tutto sembra strascicarsi a forza fino al risibile finale: fotografia pessima, sceneggiatura improbabile e lacunosa, qualche scena splatter ed un titolo incongruo, che vorrebbe richiamare al filone delle “casa maledette” tanto in voga ma nella sostanza inganna intenzionalmente lo spettatore.
Meritevoli tuttavia le musiche di De Masi e soprattutto il manifesto, davvero bello ed ispirato, ad opera del maestro Enzo Sciotti, senza dubbio il più grande talento grafico dell’illustrazione cinematografica nazionale ed internazionale.
Conosciuto sul mercato estero col titolo Formula for a Murder, Das Haus der Verfluchten (Germania) e Formule pour un meurtre (Francia).
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