Magazine Cinema
Scopre che nell'IRA sta infuriando una lotta intestina, che non tutti i cattolici sono così interessati al conflitto ma soprattutto che ci sono ufficiali dell'esercito britannico sotto copertura che sono implicati in attentati di cui incolpare l'IRA.
E tutto questo lo scopre quando durante un normale servizio di perquisizione rimane isolato dalla sua squadra e deve sopravvivere attraverso le infide strade di Belfast.
Il cinema ha affrontato più volte di petto la questione nord irlandese proponendo film accorati e scomodi politicamente ad opera di autori come Sheridan ed anche Loach.
Così come qualche anno fa uscì un piccolo film che ebbe molta risonanza intitolato Bloody Sunday, firmato da Paul Greengrass, che raccontava le vicende della "domenica di sangue" del gennaio 1972 in cui l'esercito inglese sparò sulla folla inerme uccidendo 13 persone.
Un film intitolato semplicemente '71, dall'anno in cui è ambientato, diretto da Yann Demange, regista attivo fino ad ora solo in televisione e scritto da Gregory Burke, anche lui di fatto esordiente al cinema, ha tutti i crismi della necessarietà.
Serve per ricordare, per non diluire nell'oblio della memoria tutto quello che è accaduto in quella terra in quei terribili anni, un conflitto millenario che ha insanguinato le strade irlandesi e nord irlandesi per tanto, troppo tempo.
E lo fa da una prospettiva inedita, quella di una giovane recluta dell'esercito inglese che parte per Belfast con un'idea in testa ed è costretto a cambiarla strada facendo.
Perché non è tutto bianco o nero come lo avevano indottrinato: in mezzo ci sono moltissime tonalità di grigio a rendere la situazione più esplosiva.
Stilisticamente '71 prende le mosse proprio da Bloody Sunday: molta macchina a mano, telecamera che coglie con i suoi movimenti la concitazione dei vari momenti narrati, fotografia sporca, granulosa che fa tanto documentario.
Poi quando Gary Hook si trova a combattere per la propria vita vagando per le strade ostili di Belfast, comincia un altro film, sia dal punto di vista formale che sostanziale.
La fotografia è più nitida, la telecamera molto più stabile, emergono le sfaccettature e i ruoli dei personaggi in scena.
Viene fuori il torbido , il marciume della situazione politica, la complessità di cui abbiamo accennato prima.
Gary Hook è stranito, non sa più da che parte sta, è come una preda che non sa più dove andare per sfuggire al predatore che la sta inseguendo.
Ma oltre a questo viene fuori anche la speranza, l'ancorarsi alle nuove leve, ai bambini che spesso dimostrano più senso civico degli adulti, oppure anche alla gente normale, quella che farebbe volentieri a meno di ogni conflitto, che si adopera per aiutare un altro essere umano, indipendentemente dal colore della divisa che indossa.
Il corpo e l'anima di Gary Hook, sempre più sfregiati emergono in un finale in cui tutto il marciume torna di nuovo in superficie, mettendosi in brutta mostra.
Hook suo malgrado diventa il soldato Ryan di Belfast, un simbolo da salvare per dare qualcosa in pasto all'opinione pubblica.
Almeno in apparenza , perché il buon Gary si accorge ben presto che vale politicamente più da morto che da vivo.
E se il giochino non riesce, lui e questa storia devono essere adeguatamente nascosti, come la polvere sotto il tappeto.
'71 è un film necessario , come già affermato prima, ma non il solito polpettone a tesi che chiede solo approvazione da parte di uno spettatore mediamente distratto e consenziente.
Occorre uno spettatore attento e che si indigni per un film che coniuga alla perfezione impegno civile e senso dello spettacolo.
Chapeau!
PERCHE' SI : la questione nord irlandese viene esaminata da una prospettiva diversa, regia intensa e volitiva, film che coniuga alla perfezione impegno civile e senso dello spettacolo
PERCHE' NO : la telecamera a mano nelle prime fasi del film può scoraggiare qualcuno, alcuni personaggi necessariamente sono compressi , per il resto non riesco a trovargli difetti.
LA SEQUENZA : parecchie da ricordare, l'uccisione a bruciapelo del soldato inglese, la sutura a vivo , l'inseguimento a piedi nei vicoli, l'attentato al pub
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Il bene e il male spesso sono distribuiti da entrambe le parti della barricata
Cattolici o protestanti quando si trattava di menare le mani o spararsi se ne fregavano della religione.
Essere soldato inglese in quegli anni non era cosa bella.
Abitare a Belfast in quegli anni era cosa ancora meno bella.
( VOTO : 8 / 10 )
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Il 27 marzo all’IrishFilmFesta
Seconda giornata per IRISHFILMFESTA la rassegna dedicata al cinema irlandese che giunge quest’anno all’ottava edizione, in corso alla Casa del Cinema di Roma... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Anteprima: Eureka Street di Robert McLiam Wilson
Ritorna un libreria un romanzo di culto, un longseller che negli anni ha conquistato decine di migliaia di appassionati lettori. Leggere il seguito
Da Roryone
CULTURA, LIBRI -
In arrivo EUREKA STREET di Robert McLiam Wilson
Pagine: 392Prezzo: € 18,50Belfast, Irlanda del Nord, 1994. In una città ridotta a un campo di battaglia, Chuckie e Jake, protestante il primo, cattolico l’altro... Leggere il seguito
Da Sherzade90
CULTURA, LIBRI -
IrishFilmFesta – 26/29 marzo – Roma Casa del Cinema
IRISHFILMFESTA torna a Roma dal 26 al 29 marzo 2015: il festival dedicato al cinema irlandese giunge quest’anno all’ottava edizione e si terrà come di consueto... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Love/Hate
(2010- ) Ideatore: Stuart CarolanAttori: Tom Vaughan-Lawlor, Killian Scott, Peter Coonan, Aidan GillenPaese: IRLANDAChiariamo fin da subito che è un caso del... Leggere il seguito
Da Elio
CINEMA, CULTURA, SERIE TV -
La grande Carestia in Irlanda, nel 1845
Furono tre le grandi carestie che colpirono l’isola, falcidiando il raccolto del prodotto principale delle terre, la patata: quella più grave cominciò proprio... Leggere il seguito
Da Atlantidelibri
CULTURA, LIBRI