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71. Partita

Creato il 15 dicembre 2010 da Fabry2010

71. Partita

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Saulo sta vegliando nella sala d’attesa del reparto in compagnia di una fila di persone di ogni età; la porta a vetri si apre ed entra un personaggio dall’aria un po’ accigliata, leggermente spettinato, in giacca blu, camicia azzurra a quadrati e cravatta a rombi rossi e neri.
- Buongiorno, sono Giulio da Padova. Vorrei sapere come sta don Faber.
Il livello d’ansia della fila di persone non permette una risposta esaustiva. L’unico a reagire è Saulo, che lo prega di sedersi sulla panca, accanto a lui.
- Il professor Listorti non vuole sbilanciarsi; la pallottola ha perforato lo stomaco, causando danni gravi. E’ una partita difficile da vincere.
Giulio aggrotta le ciglia ulteriormente. Ha posato sulle gambe una cartellina nera; comincia a maneggiarla fino a che non l’apre con un gesto improvviso e perentorio.
- Non mi fraintendere per quello che ti dico, Saulo. Capisco che il momento è grave. Ho una copia del romanzo a puntate scritto da Leopoldo alla Lipp di Parigi.
- Com’è possibile?
- Le voci girano e io viaggio per lavoro. E’ stato piacevole passare un giorno al quartiere latino. Il proprietario della brasserie si è premunito da possibili sorprese: pensa che potrebbe vincere il premio anche se incompiuto. Ma questo è niente rispetto al resto della storia.
- Spara.
- Di pallottole ne abbiamo abbastanza. Il romanzo a puntate ha risvegliato un genere che dormiva da decenni. L’ultimo a entrare nella scia è Giovanni Paolo Pierino, che su Saitisfizio sta pubblicando L’Ossessione: nomen omen, evidentemente.
- Non c’è limite alla libido imitandi.
- E’ solo l’ultimo di una lunga serie. Un altro esce periodicamente su Carmilla: Radical Shock. Una storia sinistra; poi c’è Auld Reekie di Stefania Auci; Social Killer, di Vito di Bari, e l’elenco potrebbe continuare. Ha ragione D’Orrico: la letteratura è tutta un copia e incolla.
- Perché sei venuto a raccontarmi questo?
- Sai che ho messo su un’impresa di pompe funebri con orazione incorporata: ne ho in mente una per don Faber, memorabile. Renderei giustizia alla creatività strumentalizzata; metterei in risalto l’originalità sfruttata senza alcun pudore. Lui non aveva bisogno di copiare: la sua vita era un romanzo, non ha fatto altro che trascriverla fedelmente sulla pagina.
- Non sapevo che fosse autore di romanzi: so che è il padre spirituale di Maria, una scrittrice.
- Ti spiego tutto con calma. Intanto, cosa pensi della mia proposta?
Saulo lo guarda negli occhi; poi osserva la lunga fila di persone di ogni età, che aspetta con ansia una risposta dal medico di turno.
- Io spero che si salvi, che vinca la partita, anche stavolta.



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