Magazine Cultura

73. Sudando sangue

Creato il 18 luglio 2011 da Fabry2010
73. Sudando sangue

da qui

Camminano lentamente lungo un muro di mattoni bianchi, confusi tra i turisti coi cappelli a visiera, fazzoletti e bandierine di riconoscimento per il proprio gruppo. Sullo sfondo, la città è una spruzzata di panna sulla torta, con candeline-grattacieli e alberi-canditi. I pensieri di Ismail e Yousef sono distanti da quelli dei pellegrini in estasi perenne.
- Vedo che non sei riuscito a convertirla.
- Provaci tu, se hai un metodo migliore.
Hanno trovato un angolo tranquillo: una piazzetta di case in pietra, un balconcino coperto con finestre chiuse, il campanile che spunta dietro il tetto. Avigail ha uno sguardo concentrato.
- Non c’è solo il pericolo Yehochoua, ma anche quello Yoh’anan: si è formato un movimento convinto di portare avanti i suoi ideali.
Gad sfoggia il sorriso più sarcastico:
- Gli ideali bisogna impallinarli.
La cupola d’oro spicca in mezzo al bianco delle costruzioni, come un reperto di altri mondi.
- E’ impegnata a difendere i propri privilegi, neanche l’amore la mette in discussione.
- Speravo si fosse ammorbidita.
I fili elettrici rammentano che il tempo passa e tutto si trasforma.
- C’è sempre qualcuno pronto a riesumarli: è come se Yoh’anan continuasse a vivere nella mente della gente, nelle trame nascoste delle case, nei piani preparati in fondo alle cantine.
- Ti preoccupi troppo, tu pensa ad ammazzare.
La distesa delle tombe è una città alternativa, in cui sono i visitatori ad avere un’aria da fantasmi.
- Certi personaggi si ammorbidiscono da morti.
- Eppure in lei c’è una dolcezza che non so spiegare.
- Su una parete è incisa la croce di Jerushalaim, un’enigma mai risolto.
- Pensi che sia facile: da un po’ sono confusa, come se tutto fosse buio.
- Ci mancano gli scrupoli, Avigail.
S’infilano sotto un arco lungo, in penombra, sballottati dalle borse a tracolla dei turisti.
- Sarà la dolcezza delle vostre notti bianche: è un’assassina.
- Non è più sicura come prima: nei suoi occhi si legge un’ansia, una paura.
Sbucano in un vicolo dove c’è una porta di ferro con lucchetto.
- Questo è cinismo, Gad: lo sai che esistono anche i sentimenti?
- Shaoul, non accetto lezioni: io faccio politica, non psicologia.
Sono arrivati accanto all’orto degli ulivi: una luce argento e verde li abbaglia all’improvviso.
- Ma quando è l’ora, spara.
- Si può uccidere per paura di stessi.
C’è una roccia piegata da un lato: forse è quella dove pregò il Mashiah, sudando sangue.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :