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75. Luna rossa

Creato il 01 dicembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 1, 2011

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La libertà religiosa: si sarebbe svincolata, la Chiesa, da un passato d’Inquisizioni e Sillabi, più o meno espliciti o simbolici?
Il Cristo crocifisso può essere un oggetto d’arredamento suggestivo; dà un tocco di spiritualità, che non guasta, in una casa.
Eppure è così semplice, basta respirare per capire che lo spirito non può essere costretto, che è inutile pretendere che l’altro respiri a modo mio.
Lo schema rischiò di essere insabbiato. L’ala conservatrice fece di tutto perché non passasse il cavallo di Troia che temeva maggiormente.
Difficile, però, mettere insieme il crocifisso col divieto di parlare, di esprimere i propri sentimenti ed essere se stessi.
Come puoi dire, onestamente, l’odore, il sapore sono quelli che sento io, tu non c’entri niente? Ci sei tu o ci sono io in questo bosco in cui posso toccare la corteccia degli alberi, il muschio umido, mentre vedo correre il tasso e lo scoiattolo e sento cinguettare il rigogolo, il merlo, il picchio muratore?
Le posizioni erano diverse e a tratti incompatibili: si andava dall’accoglienza entusiastica di un principio di dignità umana elementare alla chiusura totale in nome del vero e del falso, che non potevano avere gli identici diritti. Insomma, il cristianesimo come unica e vera religione che doveva escludere le altre, per le quali si poteva parlare non di libertà ma, semmai, di tolleranza.
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume: bastava tener conto dell’articolo 19 della Costituzione; a volte lo spirito santo, già così impegnato, è meglio farlo riposare.
Amore e libertà sono indivisibili. Ricordo la volta che mi dicesti di imparare dai gatti che mangiavano spaghetti nel cortile. E’ la semplicità che salva, ma prova a spiegarla ai falchi dell’istituzione.
L’apertura era vista come un cedimento, un piegarsi alle esigenze del tempo: la fede non è al di là del tempo? Non domina dagli spazi intangibili dell’eternità?
C’è gente che gode a sentirsi superiore, che ha bisogno di stare sempre dalla parte del giusto, che traccia confini invalicabili tra l’io e il tu e il tu ha sempre torto, neanche a dirlo.
Certo, bisogna intendersi su che cosa voglia dire libertà. Ma lascia che almeno te lo spieghi.
Mi ha colpito la frase: guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi. Non è in parole come queste che si nasconde il segreto del rispetto, dell’esempio, dell’unico modo possibile per annunciare il proprio credo? Non è questo il contenuto delle promesse che la sposa e lo sposo si scambiano all’altare, senza nessuna costrizione? E perché, se vale nel rapporto tra uomo e donna, non deve valere anche con Dio?
Vedrai che dovremo amarci clandestinamente, la fede si nasconderà nel buio delle cantine, Cristo tornerà sulla terra e sarà giustiziato un’altra volta, lui che ha creduto, lui che è stato libero, lui che ha dichiarato, riguardo al centurione: Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!
Potessi toccare la luna dalla cima del monte, amore: mi accontento di vederla specchiata nei tuoi occhi. Solo così posso sapere che esiste, perché uno sguardo diverso dal mio piange le stesse lacrime di gioia, mentre la guarda.


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