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76. Via dolorosa

Creato il 22 luglio 2011 da Fabry2010
76. Via dolorosa

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Un’indicazione semplice sul muro: Via Dolorosa, in ebraico, arabo e italiano. A Chlomo vengono in mente frasi senza senso: la quota non comprende, sistemazione in hotel, cena e pernottamento, mattinata a disposizione per lo shopping, termine dei servizi. Si chiede se il dolore evocato dalla via non sia quello dei pellegrini alle prese col programma. Il conforto arriva subito: il mercato coi vestiti appesi alle stampelle, gli uomini che fumano in attesa del cliente, i frammenti di cielo intravisti fra tetto e tetto dei chioschi in lamiera o legno scuro.
- Una discussione interessante.
- Quale, Yehouda?
Il tunnel è un esofago o un pezzo d’intestino.
- Quella sulla successione: si rendono conto che Yehochoua non è immortale.
- E che ne viene fuori?
Una specie di abbaino è appollaiato su un arco in pietra grezza.
- Le solite cose: chi lo ama di più, chi è più vicino.
- E chi sarebbe il candidato?
Nella terza stazione si vede il Mashiah crollare sotto il peso del patibolo.
- Yoh’anan è il più puro; Shime’on il più autorevole.
- E tu, nessuna chance?
La quarta stazione è l’incontro con la madre.
- Scherzi? Io sono l’economo, mi manca il calore necessario.
- Pensavo occorressero capacità strategiche.
L’arco dell’Ecce Homo è sospeso tra il mercato e la città.
- Da noi prevale un’altra idea: quanto più piccolo, tanto più importante.
- Regressione all’infanzia, ritorno al grembo materno.
Una scritta sul frontone ricorda che la croce viene imposta al Cireneo.
- No: si tratta di accogliere la vita, anche se dura, anche se la porta è stretta.
- Il movimento non avrà successo.
Settima, ottava, nona: i numeri danno le vertigini.
- Un leader mite e umile non ha futuro: ci vuole una dose di arroganza, di fermezza.
Lo scalone porta verso un antro buio, protetto da una grata.
- Sono confuso: quell’uomo mi sbilancia.
Affreschi, lampade, colonne; soffitti altissimi danno il capogiro, una scaletta a chiocciola, ancora un altro tunnel, un luogo chiamato Gulgaltà.
- Bisogna chiarire, la gente ha bisogno di certezze.
La faccia dell’Addolorata, un pannello tutto d’oro, la roccia che si può toccare.
- Con lui non c’è alcuna sicurezza.
La tomba di Adamo, la pietra su cui deposero il Mashiah, una lastra dov’è scritto: Non est hic.



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