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77. Fuochi d’artificio

Creato il 02 giugno 2012 da Fabry2010
Pubblicato da fabrizio centofanti su giugno 2, 2012 da qui Dicono che certe vite si decidano in una notte sola. Ti chiedi se possa valere per Futura. T’illudi che per lei sia lo stesso che per te: che la spiaggia deserta e i vostri abbracci e i sogni che nascono dal buio vigile dei corpi siano stati per entrambi il principio ispiratore di quello che è accaduto dopo. E se invece fosse ancora innamorata del crucco, della sua aria da dandy distratto che non riesci a digerire?Devi deciderlo stanotte, perché il romanzo si avvia alla conclusione e non puoi lasciare in sospeso una domanda come questa. Di lui non hai sentito più parlare: forse lo nasconde, è un amore segreto che estrae dal cilindro al momento più opportuno, nei passaggi difficili, al ritorno dall’ennesimo colpo, o nell’ora dello scoraggiamento, quando solo perdersi nelle braccia dell’altro consente di potersi ritrovare. Fatichi a immaginarli insieme: dove? E’ venuto a Parigi pure lui? Lo ha chiamato confidandogli di avere urgenza di vederlo? Sarà stato convocato in qualche posto originale, per disorientarlo, averlo meglio in pugno, magari a Disneyland Paris, lui che non ha mai letto un fumetto in vita sua? Già lo vedi cercarla di notte, tra la folla in estasi davanti ai giochi di luci che lasciano apparire ora un castello, ora un personaggio, figure che mutano continuamente e lo confondono, se fosse possibile, ancora di più di quanto non lo sia. All’inizio è turbato, ma poi si fa prendere dal gioco, dalla musica, della magia dei fuochi d’artificio, il coro delle voci bianche, i vascelli, i minareti, la ruota che gira e i palloncini che spiccano il volo tutti insieme. Il cancan dei colori, del fumo, gli effetti speciali lo avvolgono in una specie di orgasmo, si sente il Quasimodo calato a fatica dalla torre campanaria, che arranca zoppicando in un mondo non suo, ma finalmente libero dalle paure, dai sospetti, dalla gelosia per l’italiano spaccone che fa la guida turistica e lo scrittore a tempo perso e gli vorrebbe portar via l’innamorata. Ma ora no, si sente sicuro; se non fosse stonato canterebbe a squarciagola, arrampicandosi da una finestra all’altra del castello, come il cartone che si sbraccia in mezzo a una selva di luci che ricordano i concerti di una star. I fuochi lasciano una scritta dorata in mezzo al cielo, ma lui non legge, preferisce concentrarsi sulle metamorfosi d’immagini che disegnano farfalle, uccelli, una donna che canta avvolta in un mantello azzurro scuro, pieno di stelle. Sì, si sente sicuro, il crucco, al punto che dimentica l’appuntamento con Futura, si ubriaca di Beaubourg, accasciandosi accanto a una mongolfiera rovesciata di palloncini colorati. Sarai riuscito a sistemarlo? Futura è rabbiosa, non le resta che venirti a cercare in Rue de Berthollet, numero venti. Like this:Mi piacea 10 bloggers piace questo post.

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