Pompei, si sbriciola l’Armeria dei Gladiatori
79 d.c.
E’ l’ora di andare, di lasciare il drappo
il muro affrescato di rosso vacilla
il forno apre le fauci per chiamare
chi sarà ad ascoltare? Ci sfoglieranno
quello che abbiamo abbandonato
fra le pietre cotte al fuoco
il nostro accaduto, la mia tenerezza per te
i nostri figli. Tutto è compiuto
la calce cola fra le mie gambe ossute
riempie la mia cassa toracica
il cranio, mi ricolma la bocca.
Eccomi statua di gesso mostrata a tutti
senza alcuna pietà . Piangeranno per noi
per la stirpe perduta
per il nostro futuro cinerino?
Nella Via dell’Abbondanza
i cani leccavano la ghiaia
gli scorpioni ci mordevano i fianchi,
quando i bambini spalancavano le bocche
nelle botole si nascondevano tesori.
Guarda i miei denti limati
nudi come il mio corpo nudo-nudo di pietra
un vento bollente ci muoveva le vesti
la conca di brace spietata
nelle pieghe del tempo ci ingoiava.