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8 maggio 1898: Dopo la sconfitta niente

Creato il 24 novembre 2012 da Calcioromantico @CalcioRomantico
8 maggio 1898: Dopo la sconfitta niente

Il Genoa primo campione d’Italia

Al primo campionato organizzato dalla Federazione Italiana Football sono iscritte quattro squadre. Tre di queste, la Foot-Ball Club Torinese, l’Internazionale e la Reale Società Ginnastica, sono di Torino. Nella capitale sabauda, del resto, si mastica nobile football già da un decennio: l’Internazionale è nata nel 1891 dalla fusione di due società precedentemente fondate, e in nome del comune amore per il nuovo gioco e per il tempo libero unisce esponenti della aristocrazia savoiarda, ricchi commercianti britannici e italiani impiegati in filiali di ditte inglesi; la F.B.C. Torinese è stata fondata nel 1894 da un marchese e, quindi, quanto a nobiltà non ha nulla da invidiare ai rivali; la Società Ginnastica è, infine, rappresentante di un altro movimento, quello del calcio ginnastico, che sta parallelamente diffondendo il foot-ball tra i giovani studenti, approfittando di alcune direttive ministeriali che hanno imposto una valorizzazione dell’educazione fisica nelle scuole. Persino qualche giornalista è interessato allo sviluppo del football tanto che la Stampa, gazzetta piemontese (come recita il sottotitolo), nella breve sezione sportiva non manca di avvertire i lettori dei match amichevoli che vedono coinvolte le società torinesi e, a volte, di farne un resoconto.

8 maggio 1898: Dopo la sconfitta niente

Edoardo Bosio (Internazionale Torino)

Se aggiungiamo che anche la federazione ha sede nella città sabauda, non sorprende che il campionato si disputi a Torino e, precisamente, al Velodromo che, nonostante Gaetano Bresci non l’abbia fatto ancora fuori, è già dedicato a Umberto I. Così in un’unica giornata, l’8 maggio 1898, mentre il generale Bava Beccaris sta reprimendo a cannonate i moti milanesi e Umberto I, encomiandolo pubblicamente, sta facendo sì che corsi e viali anche nelle restanti parti d’Italia possano in futuro essere associati al suo nome, le tre torinesi e il Genoa scendono in campo per contendersi la Coppa messa in palio dal Duca degli Abruzzi che varrà come primo titolo italiano.

Giorno 7 la Stampa non si lascia sfuggire l’importanza dell’evento in programma e in seconda pagina annuncia la Gran Gara nazionale valida per il campionato e invita le persone a recarsi al Velodromo, dando anche indicazioni sulle squadre in lizza e sul prezzo dei biglietti. Ma nemo propheta in patria e così a vincere è la quarta squadra il Genoa Cricket and Athletic Club. La società, nata nel 1893 per volere di alcuni commercianti inglesi, è meno nobile delle rivali piemontesi e solo l’anno precedente ha aperto una vera e propria sezione football permettendo anche a italiani e a svizzeri di tesserarsi, ma evidentemente è più preparata allo scontro agonistico. Per tutta risposta la suddetta gazzetta piemontese ignora l’accaduto e non pubblica né il 9 maggio, né nei giorni seguenti resoconti della Gran Gara. Certo le cannonate di Bava Beccaris monopolizzano la prima pagina, ma tre righe in terza pagina ci potevano anche scappare.

8 maggio 1898: Dopo la sconfitta niente
L’anno successivo l’amnesia pare ripetersi e stavolta senza la concomitanza di rivolte o scontri di piazza. Le protagoniste del campionato sono le stesse, la formula è, però, cambiata: la vincente tra le torinesi affronterà i campioni in carica. Il 10 aprile 1899 a pagina 2 la Stampa dà notizia della vittoria dell’Internazionale Torino sulla Società Ginnastica e comunica che “domenica prossima questa Società si recherà a Genova per combattere colla Società di Genova e toglierle la Coppa di campionato italiano”. Salvo poi ignorare il tutto la settimana successiva perché a vincere è nuovamente il Genoa.
Bisogna aspettare ancora un anno e il terzo titolo dei genoani conquistato di nuovo al Velodromo di Torino, ma contro la F.B.C. Torinese, perché finalmente sulla gazzetta piemontese appaia un articolo in cui si elogino “i genovesi per la splendida vittoria ottenuta e i torinesi per la bella resistenza opposta”.
Meno male…

federico


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