illustrazione di Stefania Spanò
Forse… se ci fosse un bel Ministero Pari Opportunità (con Ministra con la “a”).
Forse… se l’Italicum avesse già il suo bel 50-50 di rappresentanza di genere inserito dentro il testo di legge.
Forse… se avessimo una legge fatta bene per combattere la violenza di genere e il femminicidio (non dentro un pacchetto di leggi che trattano di tutto e di più).
Forse.
Allora forse …invece che GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA potrei pure aver voglia di chiamarla FESTA.
Ma non è una FESTA: intanto perché non c’è nulla da festeggiare. E poi perché noi DONNE non siamo una categoria a parte.
Forse, l’8 marzo serve solo ad una cosa: a ricordare tutte le Sorelle che ci hanno spianato la strada e che ci hanno permesso di poter avere oggi il diritto di voto, il diritto di parola, il diritto allo studio. Forse anche il diritto di respirare…
Perché se dobbiamo ringraziare qualcun*, il nostro grazie deve andare a loro.
Non a quelli che ancora oggi dicono che non servono leggi per affermare i nostri diritti: perché, si sa, “le donne sono uguali agli uomini”.
No. Non si sa. E non si fa neppure.
Le donne oggi non sono ancora uguali agli uomini.
Quindi, non venite a regalarci mimose, cari uomini: quelle, semmai, ce le compriamo da sole.
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CONTATTI 08 marzo 2014: 22.070
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