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3. Caro GesùInsieme al cuore, brilla in Te l'intelligenza pratica.
Hai puntato all'interno, intanto. C'erano le facce dei Farisei smunte per i prolungati digiuni religiosi e Tu : "Non ni piacciono quelle facce; il cuore di quegli uomini è lontano da Dio; è l'interno che preme, il cuore è metro per giudicare; dal di dentro, dal cuore degli uomini escono i cattivi pensieri: dissolutezze, latrocini, assassinii, adulteri, cupidigie, orgoglio, stoltezza".
Avevi orrore delle parole inutili: "Sia il vostro parlare: sì, sì; no, no; quello che c'è di più deriva dal male. Quando pregate, non moltiplicate le parole".
Volevi la concretezza e il riserbo : "Se digiuni, profumati la testa e lavati il volto. Se fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la destra". Al lebbroso guarito hai raccomandato: "Non dirlo a nessuno". Ai genitori della ragazza risuscitata hai comandato con forza che non andassero a suonare la tromba sul miracolo avvenuto. Solevi dire: "Non cerco la mia gloria. Cibo, per me, è fare la volontà del Padre mio".
Dalla Croce, concludendo la tua vita, hai detto. "Tutto è compiuto", ma sempre avevi tenuto a che le cose non fossero fatte a mezzo. Gli Apostoli Ti avevano suggerito: "La gente ci segue da tempo, rimandiamola a mangiare a casa sua", ma Tu: "No, diamole noi da mangiare". Finito il pasto dei pani e dei pesci moltiplicati, hai aggiunto: "Raccogliete gli avanzi, non è giusto che vadano a male".
Il bene lo volevi fatto fino al dettaglio. Risuscitata la figlia di Giairo, hai raccomandato: "Adesso date da mangiare a questa figliuola". La gente proclamava di te: "Ha fatto bene tutte le cose!".
Albino Luciani
(3.Continua)
Stefano Armellin
(8. Continua)
Pompei, giovedì 30 agosto 2012 http://feeds.feedburner.com/StefanoArmellinTheOperaCollectionDal1983