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84° Adunata Nazionale degli Alpini a Torino

Creato il 09 maggio 2011 da Quattroparole

84° Adunata Nazionale degli Alpini a TorinoUna città in festa, all’indomani della tappa del Giro d’Italia, ieri sono sfilati migliaia di Alpini, provenienti da Tutta Italia, dalle Alpi ai nuraghi. Un mare di camicie a quadretti ed una moltitudine di penne nere, un ulteriore omaggio ai 150 dell’Unità d’Italia che, in Torino, prima capitale della Nazione Unita, ha trovato la location più congeniale. Una sfilata di dodici ore, attraverso tutto il centro cittadino, migliaia di convenuti, tra parenti e turisti a festeggiare insieme ad un Corpo che, dal Risorgimento,alla Prima ed alla Seconda Guerra Mondiale, diedero un contributo fondamentale. Lo spirito di corpo, la coesione e l’allegria degli Alpini è a dir poco contagiosa, le fanfare delle varie regioni, i canti più famosi, la marcia regolare e scandita dall’allegria, sono il motivo centrale della giornata di ieri. La città invasa dalle penne nere, ovunque ci si girava, se ne vedevano, bar pieni per l’immancabile bicchiere di vino, gadget ed ancora una volta tanti tricolori. L’atmosfera gioiosa e contagiosa degli Alpini che hanno davvero allietato la città subalpina che, dalle Olimpiadi del 2006 ha avuto un crescendo turistico più che meritato per la bellezza che la contraddistingue. Torino ed il Risorgimento, Torino ed il Giro d’Italia, Torino e le grande adunate.

Un amore, quello per gli Alpini che da sempre gli Italiani mostrano verso di loro, perché, nell’immaginario collettivo (ma in realtà sono i fatti a parlare da sempre),rappresentano la più pacifica ed alacre arma dell’Esercito, quella che dell’abnegazione e del sacrificio ha fatto il suo motto.

A tale proposito calza a pennello segnalare il recente libro di Giorgio Torelli per i Tipi di Ancora Edizioni, “Sul cappello che noi portiamo: perché gli Italiani amano gli Alpini” nel quale scrive  delle penne nere per ricordare all’Italia e agli Italiani un motivo di orgoglio nazionale (il che non guasta…); perché gli Alpini servono il Paese sempre con grande spirito di sacrificio e profonda umiltà e sono un esempio per tutti; perché in definitiva, come scrisse Egisto Corradi, «Gl’Italiani amano e stimano gli Alpini, perché sono gente seria».
Giorgio Torelli – tra incontri, aneddoti, luoghi –  traccia un ritratto dell’Alpino e degli Alpini. Le due  guerre, naturalmente –  il dolore, la paura, la fatica, il coraggio; e il tempo di pace – le adunate, la memoria, i canti. Dove il ricordo, oltre la retorica militaresca, diventa testimonianza di umanità e di pietà.

Ecco perché abbiamo il dovere di insegnare anche alle generazioni future ad amare gli Alpini.

Scritto da Manuela Peroni Assandri


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