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84 Charing Cross Road; quando i libri costruiscono ponti affettivi

Creato il 26 giugno 2014 da Lucia Savoia
“Incommensurabile è il sentimento fraterno che si prova sfogliando pagine che qualcun altro ha già sfogliato”
Chi non ha mai provato questa sensazione dopo aver acquistato un libro di seconda mano, raro o d’occasione che sia? Chi non ha mai immaginato la vita del precedente proprietario, i suoi luoghi di lettura, le sue reazioni difronte a parole stampate su carta?

84 Charing Cross Road; quando i libri costruiscono ponti affettivi

La Marks & Co. a Londra

Quello che colpisce di questa pellicola (tratta da un delizioso libricino edito da Archinto) è il rapporto epistolare pregno di cultura e pareri sui testi che viene ad instaurarsi tra una vorace scrittrice-lettrice americana ed un libraio ingleseProtagonista muto ed indiscusso è proprio il libro, strumento di comunicazione e potente tramite affettivo, capace di dar vita a forti rapporti umani anche se vi è un oceano di mezzo a complicare le cose. L’esigente Helen Hanff (Anne Bancroft) ed il mite Frank Doel (Anthony Hopkins) non si conosceranno mai, ma la loro amicizia e il comune amore per la parola scritta sarà un segno tangibile del potere intrinseco del libro.
84 Charing Cross Road; quando i libri costruiscono ponti affettivi
La Hanff, scrittrice non troppo di successo, ama leggere. Classici, poesia, saggistica, memorie, ogni cosa stuzzica la sua curiosità e la sua sete di cultura. Americana non troppo facoltosa, la donna non riesce a rintracciare a New York edizioni a buon mercato dei classici della letteratura  inglese; decisa e determinata ad accaparrarsi il suo tesoro, miss Hanff contatta la libreria londinese Marks & Co. sita appunto all’84 Charing Cross Road. Sarà il dolce e colto Frank Doel ad accontentare le sue richieste ed i due inizieranno una fitta e intensa corrispondenza che durerà dal 1949 al 1969. 
Quando dalla lontana Inghilterra Helen  riceve edizioni rilegate e con coperta in pelle, entra nel tunnel della ricerca compulsiva di testi introvabili appartenenti a quel luogo geografico così distante ma così tanto ammirato proprio attraverso le pagine lette
84 Charing Cross Road; quando i libri costruiscono ponti affettivi
Numerosi impegni impediscono alla scrittrice di recarsi a Londra per visitare la libreria che alimenta i suoi sogni  e per conoscere di persona Frank e i suoi preparati e gentili colleghi; eppure la Hanff non smette mai di immaginare le reazioni di costoro, di assaporare in astratto quegli odori provenienti dagli scaffali stracolmi di libri rari della Marks & Co. e di riempire di vivacità e mistero quella corrispondenza durata vent’anni. Quando la sua amica Maxine, in trasferta nel Vecchio Continente, varca la soglia della libreria antiquaria, la descrive ad Helen come un tipo di “rifugio alla Dickens”, che “colpisce prima l’olfatto e poi la vista” dove niente è lasciato al caso; scaffali in legno alti fino al soffitto pieni zeppi di testi di ogni epoca, di ogni autore, di ogni colore e materiale, dove gli appassionati librai inglesi non mancano mai di far posto a qualche novità che possa stuzzicare l’interesse del lettore.
“Ricordo che anni fa un tipo che conoscevo mi disse che la gente va in Inghilterra trova esattamente quello che è andata a cercare. Io gli ho detto che sarei andata per vedere l’inghilterra della letteratura inglese, e lui, annuendo: « È là»” : è questo ciò che Helen vuole e Frank, con la sua capacità di indovinare e leggere al di là delle parole i gusti della donna, non mancherà di accontentarla anche nelle sue richieste più bizzarre ed esigenti.  
84 Charing Cross Road; quando i libri costruiscono ponti affettivi
“Il diario” di Samuel Pepys, “L’idea di Università” di John Henry Newman, “Virginibus Puerisque” di Robert L. Stevenson, “I racconti di Canterbury” di Chaucer, poesie di John Donne e William Blake; sono solo alcuni dei testi scelti da Helen e prontamente reperiti dal suo amico libraio. 
Ecco che allora il piccolo libro scritto dalla Hanff stessa diventa un piccolo vademecum della letteratura in lingua inglese e la pellicola diretta da David Hugh Jones un piccolo gioello che ci rivela come un libro possa renderci migliore e più intensa la vita. Ci si commuove a sentire Anthony Hopkins recitare Yeats e il cuore si riempie di goia quando Anne Bancroft incrocia lo sguardo dello spettatore leggendo l’ultima lettera da destinare a Frank.
Purtroppo nel 1970 la Marks & Co. chiude i battenti e, sebbene dopo la morte di Doel, Helen riesce finalmente a recarsi a Londra senza però visitare la libreria del suo cuore. Ne trarrà tuttavia un’esperienza unica, custodita nel suo cuore come un dono prezioso.
 Perché ci sono gesti ed emozioni che ricordiamo per sempre.Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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