Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 13, 2011
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Quanto tempo può passare tra l’istante in cui si suona il campanello e quello in cui si apre la porta, dalla parte opposta? Gilda cinge tra le braccia un’enorme busta di giocattoli: ricorda che i genitori, da bambina, sistemavano i regali sul bordo del letto. Accadeva nella casa della nonna, un palazzo dai soffitti altissimi, gli scaloni in marmo, i pavimenti a mattonelle colorate con disegni sgargianti. Apriva gli occhi e scopriva i pacchi incartati con i nastri e i fiocchi; restava immobile, non voleva bruciare troppo in fretta il momento più bello dell’anno, quando tutto il dolore accumulato, le ferite che sanguinano dentro, sono guariti miracolosamente, ed è quello che vorrebbe fare con Arturo, portarle il suo entusiasmo di giovane dai capelli ricci, dal sorriso aperto, amore, amore, ancora non capisci, non ti accorgi che vivo per guardarti, per accogliere ogni giorno un frammento in più della tua vita, dimmi che aspettavi da mesi che arrivassi qui, a suonare il campanello, in un giorno di dicembre in cui le nuvole raccolgono tutta l’acqua del mondo per riversarla sulle nostre teste, che vorrebbero fermarsi in quella notte in cui ti riempiono il letto di regali, per asciugare le lacrime e curare le piaghe, su noi sempre disposti a lasciarsi schiaffeggiare un’altra volta, a incassare l’ennesimo rifiuto, perché potrebbe finire con la porta aperta e lo scrittore che studia la donna con la busta gonfia, la prende per una povera o una matta che ha pensato bene d’importunare proprio lui, e cosa vuole, ma come si permette, stavo scrivendo della mia dirimpettaia, quella che mi spia col cannocchiale, e ho perso il filo, e mi tocca ripartire, e mica è così semplice e insomma, lei chi è, che cosa vuole e cos’è la busta che mi vuole propinare, non saranno abiti vecchi, non avrà mica pensato che fosse una parrocchia, amore, amore, non capisci ancora, sono io, la ragazza degli scuri che vive per guardarti, e ha deciso di rischiare tutto, perché solo così la vita trova un senso, un regalo ai piedi del letto come quando ero bambina, Arturo, Arturo, ti prego, non cacciarmi, è la mia ultima chance, non lasciarmi da sola un’altra volta.
- Buongiorno, mi dica. In fretta, se è possibile, sono molto occupato.
