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98. Pure lei

Creato il 13 agosto 2011 da Fabry2010
98. Pure lei

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Collina della primavera, Tel Aviv. Una schiera di grattacieli pascola case dai tetti rossi e fiori che spuntano dove meno te l’aspetti. Il mare accarezza la spiaggia fino a farla schiumare; o è la spiaggia che tende le dita granulose per inumidirsi i sogni. La gente corre, si ferma, gioca con la palla, pensando già allo shopping che l’attende o al bagno di folla nelle strade abbracciate dalla notte.
- Pensi di poter predicare pure qui?
- La parola è di casa in ogni luogo; sa farsi albero, lampione, atrio di palazzo.
Un ebreo ortodosso cammina rapido, tenendo una mano sul cappello.
- Sono convinto che  nessuno ascolta in un posto come questo. C’è frenesia, troppa smania di divertimento.
- Yehouda, cos’è il divertimento?
Una rete pende dal muro screpolato, intercetta le energie disperse in tutta la città.
- Divertirsi vuol dire fuggire, evadere dal dolore di ogni giorno.
La scala s’inerpica tra gli edifici in pietra, il cuore antico batte per ognuno dei nuovi abitanti.
- Per me divertirsi è calarsi nel profondo, sentire l’odore delle vie, accarezzare i massi rugosi delle case.
Il faro ha una scala a chiocciola che arriva fino al cielo.
- Yehochoua, non riesco a sentire come te. Ne ho subite tante, la vita mi ha ferito.
Dietro il palazzo ultramoderno s’intravedono alberi d’imbarcazioni pretenziose.
- C’è sempre tempo per aprire gli occhi, allargare i polmoni. Bisogna fermarsi dentro, lasciare che la vita prenda confidenza col tuo sguardo.
I battelli sono in fila lungo il molo, in attesa della prossima partenza.
- Ho come una corazza che impedisce di toccare, di vedere.
Più in là, il mercato s’intasa di camicie, braccialetti, portachiavi.
- Gli oggetti parlano: non senti il sussurro della sabbia, il canto basso del monte, il brontolio delle panchine?
Le ragazze si scambiano storie, sedute sulla sdraio.
- Sento un oscuro desiderio, una paura.
I seni della donna ballano come danzatrici appassionate.
- Prova ad ascoltare il desiderio dell’altro, la paura di chi ti passa accanto.
Le donne col velo si guardano negli occhi, parlando di figli, di mariti.
- E’ proprio in questo che fallisco. Aiutami, Yehochoua.
La donna con la sigaretta fissa un fascio di fiori viola.
- Cosa vuoi che ti faccia?
La ragazza sta aspettando qualcuno: potrà, per un momento, dimenticarsi della sua bellezza?
- Non c’è niente da fare, Yehochoua, non potrò mai amare come te.
Il ragazzo scruta il mare, come se la vita dovesse approdare in questo porto, dall’altra parte del mondo.
- Fissa negli occhi la disperazione, dille che ami pure lei.



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