
da qui
Quanti sono gli strati della vita, si chiede Chochana, non sai dove fermarti, a chi dare importanza, se accarezzare la pelle ruvida di mura con ciuffi d’erba simili a sogni fuori luogo, o affondare nella fascia vegetale di conifere che ammaliano con l’esca della resina, il turgore dei tronchi, le foglie a scaglie o gli aghi sottilissimi, o sostare sulla mole azzurro-oro della Moschea di Omar, che attrae in un’ansia di conquiste, è vero, Yehochoua, che ami Magdalenne? o vagare fra i tetti delle case, i vicoli ingombri di mercati e negozi d’ogni specie, perché mi chiedi questo? o raggiungere i palazzi imponenti dai quali si contempla la città, ho avuto pensieri preoccupanti, l’immagine di te che ci lasciavi, o addirittura il cielo, con la sua faccia d’aria che vigila sul mondo, dici questo da te, Chochana, o qualcuno ti ha parlato? e chissà cosa s’incontra dopo il cielo, forse una città mai vista, morirei se amassi solo lei, o forse c’è il rovescio della terra, un regno senza mura, con le porte aperte, tu che cosa pensi? forse nel mondo di là dal mondo non bisogna dondolarsi per pregare, ho notato che i tuoi occhi s’illuminano quando incrociano i suoi, né inginocchiarsi con la faccia a terra, è un peccato che ci sia una luce dentro gli occhi? né alzare le mani che stringono pistole, ma si accendono solo avanti a lei, non ci sono moschee, chiese, sinagoghe, sei forse innamorata? i capi non hanno anelli e nemmeno copricapi singolari, Yehochoua, siamo tutte innamorate, nessuno si chiama padre, maestro, santità, e siete nel peccato? forse nel mondo al di là del mondo non ci sono ordini né comandamenti, che male può esserci a sognare? non esistono scranni, troni, residenze d’oro, anch’io ogni tanto mi concedo un sogno, nessuno giudica il fratello, una donna con gli occhi di vetro mi ha parlato, forse nel mondo al di là del mondo nessuno è superiore all’altro, ti sei fidata di Shlomstione, non si scende a patti coi politici, non sapevo come si chiamasse, non s’indossano paramenti così ricchi da intromettersi fra l’uomo e Dio, attenta a chi soffoca i sogni, forse, dopo il cielo, c’è un mondo senza i nomi che noi gli abbiamo dato.