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A Carnevale, ogni Governo vale

Creato il 25 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

A Carnevale, ogni Governo vale feb 25, 2014    Scritto da Davide Bacci   

Il Carnevale si prefigura come una delle festività più pittoresche, grottesche ed istrioniche di sempre, secondo solo al “gran varietà natalizio”, campione indiscusso di ipocrisia collettiva.

C’è chi ama festeggiare a ritmo di samba, chi preferisce fratturarsi il setto nasale a colpi di arance rosse ed altri ancora che si divertono nel travestire i propri figli in Peppa Pig o Barbapapà (poi ci si stupisce delle misere condizioni dell’Italia).

Tuttavia, il simbolo intramontabile rimane sempre e comunque la sfilata dei carri allegorici: su di essi puoi trovare ogni genere di attrazione, da Napoleone a Garibaldi, dai gormiti ad Angelino Alfano.

Il premio al miglior carrozzone quest’anno è stato vinto a mani bassi dall’ex sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che  in questi giorni ha presenziato con il suo squadrone nei corridoi “quirinalizi”.

Proprio per questa sua nuova veste un po’ pacchiana, ben lontana da come era stata ideata in quel della Leopolda, il carro renziano ha dovuto subire numerose defezioni dell’ultimo minuto, una su tutte quella dell‘ex ministro Barca, persona seria, che nonostante le pressioni di De Benedetti, ha preferito chiamarsi fuori dall’ammucchiata.

C’è di tutto: Confindustria, DC, CL, Ocse, indagati, inquisiti, rottamati, riciclati, civatiani, dalemiani, bersaniani, alfaniani, un tocco di lobbismo e una punta berlusconismo.

Come premio per l’encomiabile lavoro svolto durante il Governo Letta, viene riconfermato il trio delle meraviglie Alfano-Lupi-Lorenzin.

Dario “Prezzemolo” Franceschini invece è stato scollato da una poltrona per essere inchiodato a quella dei Beni Culturali. Fonti vicine al ministro fanno sapere che ha già messo radici.

Al Lavoro si insedia Giuliano Poletti (chi?), ex presidente di Legacoop.

Allo Sviluppo Economico è stata nominata Federica Guidi, membro di Confindustria rinomatamente molto vicina agli ambienti di Forza Italia.

Sulla sedia scoppiettante dell’Economia viene catapultato direttamente da Sidney Pier Carlo Padoan, ex consigliere di Massimo D’Alema e Giuliano Amato, in passato a capo del Fondo Monetario Internazionale, in perfetta sintonia con le politiche più europeiste di rigore e austerità.

Infine, particolare attenzione e non pochi dubbi si aggirano sul nome di Andrea Orlando, ex ministro dell’Ambiente ed ora della Giustizia. L”importante quanto scottante Ministero della Giustizia doveva essere attribuito in principio al pm antimafia Nicola Grattieri, nemico numero uno dell’Andrangheta calabrese. Pare che sul nome di Grattieri si sia però abbattuta la scure di Re Giorgio, che ha così imposto il suo veto: troppa competenza in materia mafiosa potrebbe creare qualche fastidio, non sia mai!

Tralasciamo gli ”addetti al lancio dei  coriandoli e delle caramelle” come Madia e Boschi, nomi dal chiaro intento propagandistico, come la Kyenge a suo tempo.

Dispiace davvero tanto vedere una figura politica come quella di Renzi, che poteva davvero essere l’inizio di un vero cambiamento, bruciarsi ancor prima di iniziare.

Spero in tutta franchezza di sbagliarmi, soprattutto per l’Italia, che non può più permettersi il lusso dell’ennesimo buco nell’acqua.

Ricevuto e pubblicato.


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