Chi non conosce Arlecchino e il suo variopinto costume? Lui è il simbolo stesso delle Maschere, del Carnevale e delle più pazze risate! Furbo e opportunista, chiassoso e affamato è sempre lì che cerca di imbrogliare qualcuno, ma regolarmente è scoperto e bastonato. Lo lancia in grande stile la Commedia dell’Arte ma le sue origini si perdono nei tempi più remoti. Il personaggio del servo, al crocevia di tutti gli intrighi amorosi, è certamente di origine romana e appartiene alle sboccate e un po’ oscene commedie del grande Plauto dove, in massa, accorreva la plebe romana. Ma poi nel Medioevo cristiano il Teatro si rinchiude nelle Chiese e nelle Corti e al popolo resta solo qualche saltimbanco e giocoliere di passaggio.
Attenzione, però, con la storia del servo francese si ricostruisce forse il personaggio, ma quanto al nome,… il discorso diventa veramente complicato, anzi diabolico!
Arlecchino o Arlequin, questo nome che scivola via così musicale, pare che derivi invece dal tedesco Holle Konig che sta a indicare il ”Dio dell’Inferno”. Sembra infatti che, nei mesi invernali, quando il cielo del nord è più scuro e profondo, gruppi di morti inquieti e senza pace cavalchino i cieli guidati appunto da Hell Konig, come nella terribile notte di Valpurga.Quando però, arriva in Francia, il nome si corrompe e si addolcisce in Harlequin o Herlequin che è ancora un personaggio diabolico, ma già farsesco e istrionico e, come tale, viene recuperato da Dante che lo sprofonda nella quinta bolgia, col nome ormai italiano di Alichino … e ci siamo quasi!
I tempi cambiarono e il diavolo divenne più gentilmente Herkonig, il Re degli Elfi delle saghe scandinave, uno spirito della natura mascherato che, prima troverà posto, anche lui, nel Carnevale, come tutti i suoi omonimi sparsi per l’Europa e, alla fine, come Arlecchino, entrerà con tutti gli onori, si fa per dire, nella Commedia dell’Arte. Sbruffone, bugiardo e perdigiorno ormai Arlecchino è diventato soltanto un “povero diavolo”, ma pur sempre diavolo che della sua eredità infernale mantiene nel costume i colori accesi dei rombi, il bastone corto e quella maschera nera con la sporgenza rotonda sulla fronte, residuo certo di corna infernali mentre il ghigno perverso, appena lo guardi da vicino, mette ancora paura.
Ma ne ha di fascino Arlecchino, la maschera più celebre di tutta la Commedia dell’Arte! Esilarante, fantasiosa e genuina nelle mille improvvisazioni degli attori più famosi o degli attori più umili e sconosciuti, sino alle marionette dei giardini pubblici dove si fermano estasiati i bambini. Forse dispiacque anche a Goldoni toglierlo dalla Commedia dell’Arte per fargli spazio nel suo teatro borghese e disciplinato, che stava rivoluzionando l’Europa. Lo fece quasi per ultimo nel personaggio del “Servitore di due padroni” e chissà se ne era veramente convinto.
Ma adesso è di nuovo tempo di Carnevale e Arlecchino è sempre un principe delle sfilate, ai 4 angoli del mondo, nei balli in maschera e nelle maschere da strada, sempre pronto a uno scherzo, a una battuta a una fuga improvvisa… per riapparire invitante e divertito nelle vetrine dei pasticcieri e sulle tavole dei ristoranti, nelle più incredibili versioni della coloratissima “Torta Arlecchino.”
TORTA ARLECCHINOINGREDIENTI (per uno stampo da 24 centimetri): 300 grammi di farina 00, 3 uova, 200 grammi di zucchero, 100 ml di olio extra vergine di oliva, 80 ml di latte intero fresco, 1 bustina di vanillina, 1 bustina di lievito per dolci, 4 fialette di coloranti alimentari.
PROCEDIMENTO: In un’ampia ciotola di alluminio, montate le uova con lo zucchero, con una frusta elettrica, sino ad ottenere un composto liscio e di color giallo pallido. Cominciate a incorporare la farina, passandola al setaccio e amalgamando in continuazione in modo d evitare grumi. Quanto avrete versato metà della farina aggiungete il latte e l’olio e poi proseguite sino ad esaurimento della restante farina. Al termine aggiungete il lievito e la vanillina e continuate a girare per altri due minuti.
Versate 1 mestolo di impasto in 4 piatti diversi lasciando la quantità equivalente a 1 mestolo nella ciotola. Aggiungete 1 colorante diverso in ognuno dei 4 piatti, amalgamandolo con l’impasto.
Imburrate uno stampo di 24 centimetri di diametro e distribuite sul fondo il mestolo con l’ impasto rimasto del colore naturale, aggiungete al centro tutti e quattro gli impasti colorati alternando i colori scuri a quelli chiari e infornate nel forno pre – riscaldato a 160°C per circa 30 minuti. Prima di sfornare fate la prova, infilando nella torta uno stuzzicadenti. Se ne esce asciutto il dolce è cotto. Prima di servire lasciate raffreddare.