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A che servirebbe fermare il calcio o i prossimi Europei?

Creato il 01 giugno 2012 da Laperonza
 "Se ci dicessero che per il bene del calcio la Nazionale non deve andare agli Europei non sarebbe un problema" dice Prandelli. Non ho mai dato tanta importanza al calcio. Lo reputo un divertimento, lo seguo senza patemi d’animo e non credo che la mia vita possa essere influenzata da esso così come basisco davanti a gente che fonda la propria esistenza sul tifo. Credo però che, come ogni forma di manifestazione pubblica ampliamente partecipata, il calcio rappresenti la società.  Lo scandalo che ha coinvolto il mondo del pallone e che si sta allargando a macchia d’olio senza lasciar scampo (sembrerebbe) a nessuno che faccia parte di quest’universo parallelo alla realtà è emblematico. Segna in maniera speculare il punto in cui la nostra società e forse la nostra stessa civiltà degenerano senza possibilità di redenzione. Il calcio riflette il marciume in cui ci muoviamo e nuotiamo quotidianamente, la bulimia di denaro e potere, la morte di ogni moralità, principio, giustizia.  Credo che un calciatore miliardario che si giochi soldi e carriera nella consapevole illegalità non sia un pazzo ma soltanto interpreti il ruolo che gli è stato affidato. Il calciatore, pur spendendo la propria vita a correre dietro un pallone anche se con talento e passione, incarna in sé l’esempio da seguire per giovani e non e, in questa funzione, diventa parte di quella classe dirigente che sta portando il nostro mondo alla fine.  Non è quindi grave di per sé quanto si scopre all’interno dei meccanismi del calcio. E’ grave quello che rappresenta: il declino e la caduta di una civiltà. Per questo non vedo alcuna utilità nell’idea paventata da Prandelli di disertare i campionati europei, né nello sfogo qualunquista del Presidente Monti nel proporre uno stop al calcio. Sarebbe inutile e darebbe un alibi alla società che, comunque, continuerebbe a percorrere la curva discendente della propria parabola.  Che si giochino gli Europei allora, e il prossimo campionato di calcio e quello dopo ancora. Se la nostra società non è in grado di curarsi da sola espellendo dal proprio organismo il cancro di una classe dirigente parassita e velenosa, non è fermando il calcio che fermerà il processo degenerativo che la porterà al tracollo.  Luca Craia 

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