Inauguro oggi i guest post, cioè la possibilità per chi ne avesse voglia, di pubblicare un proprio articolo qui, su Midnight Corner.
L’ospite di oggi è Obsidian Mirror, dell’omonimo blog, che ci parla della sua esperienza di blogger aggiungendo una piccola nota personale al discorso.
Fidatevi, ci sarà da divertirsi!
Ringrazio innanzitutto il mio ospite Paolo Ungheri per avermi concesso oggi questo piccolo spazio. Dovrei parlare di blogging, e magari di editoria, e magari di tutte e due le cose messe insieme. Ahimè di editoria devo ammettere che me ne intendo poco, o meglio, me ne intendo quel tanto che basta per riuscire ad aggirarmi tra gli scaffali di una libreria con un minimo di cognizione di causa.
Di blogging invece un minimo di esperienza me la sono fatta negli ultimi due anni, da quando ho deciso di aprire un mio spazio e di riversarci dentro tutti i miei interessi. Non sono certo del motivo che spinge i colleghi blogger a popolare i loro spazi con le loro cose, posso invece dirvi il motivo per cui lo faccio io, che è quello di mettere un po’ di ordine nella mia vita. Ad una lettura superficiale gli argomenti che tratto sono gli stessi che si trovano un po’ dappertutto: recensioni di libri, di film, qualche sporadico racconto e un po’ di curiosità lette nei libri o trovate in rete e reinterpretate a modo mio. Dietro la facciata c’è però un preciso ritratto di me, del mio passato, del mio presente e delle mie speranze per il futuro, cose che probabilmente solo il sottoscritto o chi mi è molto vicino può cogliere, tutto ciò nella consapevolezza di relegare il blog in una nicchia della cosiddetta blogosfera. Ma c’è una cosa sulla quale non transigo: ed è quella di cercare di mantenere molto in alto la soglia della qualità (anche se la qualità è un concetto assolutamente soggettivo quando si parla di blog).
Ed è proprio di “qualità” che volevo parlare oggi, con il permesso del mio ospite. La domanda fondamentale è: “A chi importa ancora della qualità?”. La domanda non è affatto scontata. Basta guardarsi in giro per rendersi conto che della qualità non frega più niente a nessuno. Prendete la tecnologia. Quello smartphone che abbiamo in mano o nella tasca dei pantaloni è un oggetto indubbiamente di alta qualità. Ho detto “indubbiamente”? O avrei forse dovuto dire apparentemente? Dipende dall’utilizzo che ne facciamo. Lo usiamo per telefonare? Beh, quello lo facevano anche i vecchi telefoni Sirius. Forse lo usiamo per leggere la posta elettronica o per rimanere in contatto con i nostri amici attraverso i social network? Su questo aspetto, per carità, non ci piove (anche se ci sarebbe parecchio da discutere sul significato di “contatto con gli amici”). Oppure invece lo usiamo per scattare fotografie, oppure in auto come navigatore satellitare? In questo caso forse non ce ne siamo nemmeno accorti, ma abbiamo rinunciato alla qualità. Alzi la mano chi è davvero convinto che uno smartphone sia davvero in grado di fare delle belle foto o di portare a destinazione senza passare dal via. La tecnologia non solo si è fermata, ma sta tornando indietro. Non vedo più innovazione. Ma a noi va bene così, tutto sommato. Dopotutto a che serve fare delle belle foto, impazzire con tempi e diaframmi, se poi le nostre foto non servono ad altro che ad essere mostrate a degli sconosciuti su FB?
Possiamo benissimo trasferire il concetto nell’editoria, per quanto mi riguarda (ma se dico sciocchezze perdonatemi): il passaggio dal cartaceo al digitale non segue forse la stessa logica? Eccoci allora tutti in spiaggia a sfoggiare il nostro tablet nuovo di pacca sotto l’ombrellone! E quando la batteria si sarà scaricata, beh, vorrà dire che guarderemo con un pizzico di invidia i dinosauri attorno a noi con i loro cartacei.
Ma torniamo al discorso iniziale: il blog. Quel blog che a detta di tutti è la massima espressione del social network quando si parla di qualità. Riuscirà il blog a sopravvivere all’attacco delle altre piattaforme? Da quando ho iniziato a bloggare, passo diverso tempo a curiosare sui blog altrui e, lo saprete senz’altro meglio di me, la blogosfera è piena di gente preparata, con tante cose da dire, gente che scrive cose meravigliose e che soprattutto le scrive bene, che dimostra di possedere Cultura, quella con la C maiuscola e che condivide in maniera intelligente quello che conosce e quello che pensa. Non importa se il blog parla di letteratura, di cinema di arte, di bricolage o di ricette di cucina. Quello che conta è lo scambio. Il blogger scrive e i suoi lettori commentano, con senso critico e con la stessa passione che anima il blogger, vale a dire la condivisione di idee. E allora in tutto questo a che servono quei maledetti pulsanti “Mi Piace” o “Più Uno”? Se davvero ci è piaciuto ciò che leggiamo su un blog, perché non facciamo uno sforzo in più e andiamo ad inserire un commento? Anche breve, anche una sola parola che possa far sapere al blogger di turno che ciò che il suo tempo non è stato impiegato invano.
Forse siamo alla fine del gioco? Siamo tutti destinati ad emigrare altrove? Finiremo anche noi a vagare come zombi in un mondo di “Mi Piace” o di “Più Uno”, dove per ottenere un click non sarà più necessario nemmeno saper scrivere una frase di senso, visto che basterà “uppare” una foto delle vacanze appena trascorse o della tizia incontrata per strada e fotografata a sua insaputa. Non so voi, ma io sto cominciando seriamente a preoccuparmi.
Questo è quanto. Ringrazio nuovamente il mio ospite e spero che non se la sia presa a male se il post che ho scritto non è esattamente quello che lui aveva in mente. A dire la verità ho iniziato a scrivere di getto senza nemmeno io sapere bene cosa avrei detto, poi alla fine ho deciso di divertirmi con un post un tantino eccessivo, diciamo “provocatorio”. Chissà, forse se invece di oggi mi fossi messo a scrivere domani, ne sarebbe uscito qualcosa di completamente diverso. Ma questo né io né voi lo potremo mai sapere.
Con questo siamo alla fine. Vi ricordo che chiunque avesse voglia di scrivere per Midnight Corner trova tutte le informazione nella pagina dedicata.