A chi sperava

Creato il 03 marzo 2013 da Antonio
Qualche giorno prima delle elezioni sono andato al cinema a vedere Viva la libertà, l'ultimo film di Roberto Andò con un grande Toni Servillo e un grande Valerio Mastrandrea. In quel film il personaggio Giovanni Ernani (Servillo), recita durante un comizio una poesia di Bertolt Brecht.
A chi esita
Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può più mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d'ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha travolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto ? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.
Bertolt Brecht, Poesie di Svdendborg. In Bertolt Brecht. Poesie 1933-1956. Einaudi, 1977.
Oggi leggo e rileggo questa poesia e penso e ripenso a quanti hanno creduto che la politica fosse il modo per costruire un paese più giusto, più ospitale, più a misura d'uomo. Penso a quanti avevano e forse continueranno ad avere ideali di sinistra (così dicevano coloro che pensavano che l'uguaglianza fosse condizione imprescindibile della giustizia e del benessere).
Cosa ne è stato di quelle passioni, di quelle aspirazioni? Si sono perdute negli angoli delle stanze del potere? Siamo forse tutti morti? Siamo anche noi morti come i partiti che di volta in volta abbiamo scelto come zolle di terra alla deriva? Ricadono su di noi le colpe dei partiti come quelle dei padri sui figli? Noi che abbiamo desiderato solo un lavoro onesto è che abbiamo sempre sperato di essere buoni cittadini, dobbiamo sentirci in colpa per le responsabilità di chi indegnamente si è fatto carico dei nostre aspirazioni?
Eravamo già orfani da molto tempo e non vediamo più terra in questo mare.

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