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A fare tutto il giro della musica

Creato il 12 agosto 2010 da Fabry2010

di Alfonso Nannariello

I - IIIIIIV

Anche se non fu così per loro, anche al tempo del fidanzamento dei miei, ci si conosceva durante un qualche raro ballo familiare.
In città, per poter allargare le loro conoscenze, far scorgere qualche amore e trovare marito, ogni domenica pomeriggio, le ragazze delle migliori famiglie organizzavano in casa un ballo. Da noi, invece, si ballava da mia zia solo una volta all’anno. Alla fine del corso di taglio e cucito, con la radio o il giradischi. Durante quei balli, gli sguardi si fissavano, e poco a poco ci si scambiava le prime parole, cercando di non farsi notare. Ballando ballando nasceva indichiarato qualche amore.

Da noi solo in quell’occasione, alzata dal suo posto, si sentiva il profumo di una donna, e tra le braccia si teneva la persona amata.
«Quando si è in ballo bisogna ballare», così di solito si dice. Ma non è sempre vero. Non sempre quando si è coinvolti in qualcosa, la cosa deve essere portata a termine per forza. Qualche eccezione si può fare. Mio padre e una sua precedente fidanzata, avuta non so quando, né per quanto tempo, si lasciarono. E tutto era in regola, tutto senza che nessuno potesse mormorare.
La possibilità di sospendere ciò che si stava facendo e considerare una cosa diversa, era permesso. Addirittura anche dopo il matrimonio, almeno così sembrerebbe stando a un nostro modo di dire grezzo e spudorato

Fèrma ‘u bàll, c’àdda p’scià la zìta
(Ferma il ballo, perché la sposa deve fare i suoi bisogni).

In verità anche da noi, quando ci si trovava impegnati in una impresa non ci si poteva tirare indietro. Figurarsi se la cosa iniziata era il matrimonio. Dopo il primo ballo degli sposi, anche a radio spenta, i piedi non potevano andare più dove e come volevano. Dovevano seguire il ritmo e l’andamento della musica rimasto fisso in mente.

Quel nostro modo di dire, era solo un modo di dire. Infatti né agli uomini, né alle donne la possibilità di fermarsi a ballo iniziato veniva mai data. E non poche volte gli ami, come in bocca ai pesci, tagliavano le labbra morse nel segreto. E nessuno mai veniva a saperlo. Tutti facevano come se tutto andasse davvero proprio bene. Infilzati al cuore, che comandava altro, in tante pungevano gli uncini. E, nonostante tutto, tutte si imponevano di mandare avanti la baracca, senza piantarla con tutti i burattini.



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