Lo aspettavo perché qualcuno mi aveva detto che forse era molto carino.
La speranza è andata tristemente delusa.
Il figlio di Francis Ford Coppola, nonché fratello di Sophia, ci prova anche lui a fare un film.
Tra echi wesandersoniani, sosia di Scarlett Johansson, colori sgargianti, abbigliamento sixty e pure, dai sì, un accenno felliniano il glimpse inside the mind of Charles Swan III non convince più di tanto, forse per colpa di un Charlie Sheen tanto imbalsamato e tirato da sembrare Michael Douglas o Renato Zero, a seconda dell'inquadratura.
Sempre piacevoli Bill Murray e Jason Schwartzmann, qui in versione riccioluta e barbuta.
Però... però. A pochi giorni di stanza dalla visione non resta praticamente nulla. Si fa fatica a ricordare non dico un particolare che sia uno ma un nesso, uno spunto, un'idea.
Tutto si perde in qualche colore e qualche costume e molta grafica pubblicitaria retro.
Direi dunque che forse il lavoro migliore è quello posticcio, quello applicato, la forma che non è sostanza.
Intendiamoci, alcuni momenti sono carini ma manca un collante che dia un minimo di spessore alla storia.
Pensandoci bene Roman potrebbe migliorare e forse essere anche meglio di quella sorella dalle pretese intellettualoidi, se non altro è riuscito quasi a regalarci un finale positivo e con un briciolo di speranza ma la realtà è che Charlie Swan è un bel pacchetto di una scatola vuota.
Abbinamento cinematografica si recuperi la trilogia wesandersoniana partendo dai Tennenbaum passando per Le avventure acquatiche di Steve Zissou per arrivare al treno per Darjeeling con cui questo blog ha prestigiosamente iniziato a recensire.