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ORFEO 9 | Finalmente in dvd l’Opera-pop di Tito Schipa Jr.

Creato il 16 giugno 2015 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia
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orfeo_9_tito_schipa_jr_dvd (2)di Lillo Portera

Dopo una lunga e travagliata gestazione vede finalmente la luce l’attesissimo dvd di Orfeo 9, la celebre Opera-pop di Tito Schipa Jr, indimenticabile visionario cult-movie del 1973. L’edizione limitata, in tiratura di sole mille copie numerate, comprende il dvd con la pellicola originale restaurata, più altri due dvd che raccolgono un nutrito corredo di documenti, interviste, contributi e vario materiale audiovisivo inedito; completa il box un ricco libretto fotografico con testi di Ermanno Manzetti (che ne ha curato pregevolmente le complesse operazioni di restauro) e dello stesso Tito Schipa Jr. Tratto dall’omonima rappresentazione teatrale – che debuttò al Teatro Sistina di Roma il 23 gennaio 1970 – Orfeo 9 è una rivisitazione in chiave onirica pop-prog sperimentale del mito di Orfeo e Euridice, un film musicale assolutamente unico nel suo genere, difficilmente classificabile e come tale rimasto isolato, un capitolo a sé nel panorama cinematografico italiano.

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Il film, prodotto da Mario Orfini, venne girato in sole quattro settimane (con un budget molto contenuto), e in origine doveva far parte di un ciclo di lungometraggi sperimentali voluto dalla RAI. Nei primi mesi del 1973 Orfeo 9 era già ultimato, ma per tutta una serie di vicissitudini venne trasmesso sul secondo canale RAI solo nel ’75 (ad un’ora improbabile, senza un lauto preavviso e per giunta in bianco e nero). Il film, dati gli alti costi di registrazione della colonna sonora (con la direzione musicale di Bill Conti), era stato girato in 16 mm; successivamente la D.A.E. ne realizzò due copie “gonfiate” in formato 35 mm per poter far circolare il film nelle proiezioni d’essai e in altri circuiti alternativi. Orfeo 9 era troppo avanti per essere proiettato nei circuiti tradizionali, ma fin da subito seppe ritagliarsi il suo posto nella storia. Negli ultimi quarant’anni Orfeo 9 non ha mai smesso di essere trasmesso nei cinema d’essai, – Silvano Agosti lo ha inserito nella rosa dei film proiettati ciclicamente nel cinema romano Azzurro Scipioni – e la colonna sonora è arrivata alla dodicesima ristampa (segno che l’interesse verso quest’opera è costante e crescente, ed ora si spera che la pubblicazione del dvd possa richiamare l’attenzione di nuovi “orfeomani”).

Copyright 2015 © Amedit – Tutti i diritti riservati. Severamente vietata la diffusione senza citazione della fonte: “Amedit Magazine – Giugno 2015″.

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Le atmosfere del film sono sospese e surreali. Già dai primi fotogrammi il confine tra realtà e dimensione parallela si fa labile. Una comunità hippy sonnecchia in un paesaggio agreste, sullo sfondo delle rovine che a tratti richiamano la struttura di una chiesa. La notte sfuma lentamente in un’alba autunnale, rotta da una pioggia presaga. Vieni sole!, cantano i ragazzi e le ragazze, che negli abiti e nei capelli dichiarano la contestazione alla società borghese (le famiglie sono in città, la città industriale e disumanizzata). Un membro di questa comunità è il giovane Orfeo, silenzioso, introverso, vestito un po’ da vagabondo giramondo e un po’ da pastorello d’Arcadia. La prima immagine di Orfeo è quella del suo riflesso in una pozza d’acqua, come a segnalarne la malinconica solitudine di un novello Narciso. D’un tratto giunge nella comunità il “vivandiere” (o “ragazzo del pane”, interpretato dal bravissimo Edoardo Nevola alias Yo Yokaris), che baldanzoso porta notizie dalla città (una “città sognata”, descritta come libera, ma che in seguito si rivelerà la stessa città da cui la comunità è fuggita). Tutto cambia con l’arrivo di Euridice. Orfeo se ne innamora al primo sguardo e sperimenta così uno stato di perfezione e di felicità. Una condizione, purtroppo, destinata a durare poco. Tra i due si intromette un personaggio ambiguo, uno spacciatore di felicità alternative, il “venditore di felicità”, che sedurrà Orfeo con le sue pozioni separandolo dalla sua amata. Accortosi troppo tardi dell’inganno – qui il riferimento ai paradisi artificiali è fin troppo dichiarato, e ben descrive quel demone allucinante e allucinogeno che serpeggiava nei primissimi anni Settanta – Orfeo si lancia alla ricerca disperata di Euridice. La cercherà dappertutto, attraversando una sorta di percorso iniziatico, una traiettoria circolare che lo riporterà poi al punto di partenza, e a mani vuote. Il lieto fine è eluso a priori. Le siederà accanto, ma non la riconoscerà.

Orfeo 9 è la storia della ricerca di un senso, la storia di un’impossibilità della felicità, la storia di un’utopia, di una giovinezza che continuamente si interroga, si smarrisce e si ritrova (come il mito dell’amore). Orfeo 9 rapisce per le immagini potenti e per lo splendido tappeto musicale. Un lavoro ispirato, autentico, denso di implicazioni. Nel cast un giovanissimo Renato Zero (prossimo alla pubblicazione del primo album No! Mamma, no!), assolutamente perfetto nel ruolo di “venditore di felicità”. Nei cori anche una giovanissima Loredana Bertè.

Lillo Portera

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Cover Amedit n° 23 – Giugno 2015 “Il ragazzo dagli occhi di cielo” by Iano

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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 23 – Giugno 2015.

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