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A Londra per il corso “Never Work Again” di T. Harv Eker: la mia recensione senza peli sulla lingua

Da Robertopesce
A Londra per il corso “Never Work Again” di T. Harv Eker: la mia recensione senza peli sulla lingua

Marjean Holden sul palco del "NEVER WORK AGAIN"

Paradossi del clima, un’Emilia imbiancata e sotto zero mi accoglie al mio ritorno da una Londra quasi sempre soleggiata in cui ho frequentato da allievo il corso “NEVER WORK AGAIN” di T. Harv Eker. Era questo il mio terzo seminario con la scuola di Harv dopo la doppia frequentazione del “MILLIONAIRE MIND INTENSIVE” (clicca qua per la recensione dell’edizione 2011 a Rimini completa dei commenti degli altri partecipanti) e la partecipazione al “GUERRILLA BUSINESS INTENSIVE” del 2010 (clicca qua per la mia recensione dell’evento) e il mio intento è quello di frequentarne altri in futuro.

A partire da quest’ultima affermazione appare evidente come il mio parere sull’esperienza sia nel complesso positivo anche se il “NEVER WORK AGAIN” alterna luci ed ombre e il tutto vale la pena di spendere due parole in un commento articolato.

Come già successo in passato per il “GUERRILLA BUSINESS INTENSIVE“, T. Harv Eker non era presente al corso (condotto invece dall’aitante, dinamica e mascolina Marjean Holden con il supporto dell’energico Mac Attram), ma questo non era inaspettato visto che il modo in cui Eker porta avanti la sua scuola di formazione è coerente con lo stesso modello di business da lui illustrato in altri seminari e si basa in gran parte sulla delega e sul lavoro di altri trainer e formatori più o meno noti che “interpretano” il copione creato e progettato dallo stesso Harv ma poi a loro delegato in modo da poter diffondere molti più eventi anche in contemporanea ormai rappresentati un pò in tutto il globo.

Da questo punto di vista il loro approccio alla formazione è molto più industrializzato e “business oriented” rispetto al nostro, un pò la stessa differenza che passa tra un ottimo ristorante italiano e Mc Donald’s.

Nel primo, se di buona qualità, si trova personalizzazione del servizio, presenza costante del titolare, cura del cliente in tutti gli aspetti, elevato valore del prodotto e del servizio offerto, nel secondo, beh … conosciamo tutti Mc Donald’s e non è certo celebre in tutto il mondo per la bontà dei suoi hamburger, per l’accoglienza dei suoi locali o per la simpatia degli addetti. Dal punto di vista del cliente, il ristorante italiano batte Mc Donald’s 100 a 0, dal punto di vista della ricchezza del business il franchising americano vince sull’impresa artigianale italiana 1.000 a 1. Ritengo che questo parallelismo debba dare a tutti noi dei grandi spunti di riflessione e guidarci nel configurare il nostro personale posizionamento sia in quanto clienti/utenti di eventi di formazione che come imprenditori e uomini di business.

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"Effetto Fiera" al NWA di Londra

Il mio personale punto di vista imprenditoriale riguardo questo aspetto è che amo guadagnare ed avere successo ma non a tutti i costi e non usando qualsiasi mezzo, in particolare se riferito alla vendita, al marketing e al servizio offerto ai miei clienti che non è e non sarà mai industrializzato e commercializzato come ho visto fare in questi giorni a partire dallo spazio in sala per i partecipanti (oltre 12 ore di aula al giorno seduti come in aereo) per arrivare all’assenza di materiale didattico (in un corso di 4 o più giornate venduto a caro prezzo aspettarsi un manuale del corso e non solo un blocco per prendere appunti mi sembrerebbe francamente il minimo…) e, soprattutto, alla natura stessa del seminario.

Sto parlando di etica professionale e commerciale.

In effetti l’aspetto rilevante e sconcertante del “NEVER WORK AGAIN” è che non è tanto un corso quanto una “fiera in cui vengono presentate opportunità e idee di guadagno e di formazione da approfondire (a pagamento) in momenti ulteriori e questo può anche andare bene ma andrebbe spiegato in sede di presentazione e vendita del corso, fermo restando che il prezzo di entrata in una fiera in cui ti vengono vendute altre iniziative dovrebbe essere sensibilmente differente da quello di un seminario in cui ti aspetti un prodotto e dei contenuti definiti e già utili in sè.

Ciò detto, è evidente che ognuno è libero di vendere i propri prodotti e servizi al prezzo che preferisce ma chi acquista può poi ritenere più o meno congruo quanto gli viene chiesto (personalmente trovo una follia vendere o acquistare una t-shirt o una bottiglia di vino a 70 € ma molte persone non sono del mio stesso avviso visto che poi comprano questi stessi prodotti in quantità) e decidere di accettare o meno l’offerta, fermo restando tuttavia l’obbligo di chiarezza da parte di chi vende in merito alla natura di quanto offre e su questo punto il “NEVER WORK AGAIN” ha una colpa grave.

A Londra per il corso “Never Work Again” di T. Harv Eker: la mia recensione senza peli sulla lingua

Panel di speaker al NEVER WORK AGAIN

La maggioranza delle 850 persone presenti era infatti a Londra per apprendere tecniche, metodi e sistemi per attivare “SISTEMI DI REDDITO AUTOMATICO” o “RENDITE PASSIVE” che dir si voglia ma quasi nessuno dei 15 relatori che si sono alternati sul palco ha fornito un  “COME durante il proprio intervento limitandosi a fornire il “COSA” e il “PERCHE’” i presenti avrebbero dovuto acquistare il proprio programma di studio, frequentare il proprio seminario, comprare i propri cd, dvd, webinar o membership successivi.

Che poi, detta tutta, mentre i vari “cosa” (ossia i contenuti, le tecniche e le dinamiche presentate) alternavano strategie note e stranote ad altre invece meno conosciute e di conseguenza più utili ed interessanti, è stato invece assai ripetitivo e stucchevole sentirsi ripetere da ogni relatore i motivi per i quali avremmo dovuto considerare il proprio programma visto che era evidente come fossimo tutti lì perchè interessati al reddito passivo e quindi già sensibili all’idea di lavorare meno, avere più tempo per sè stessi, per i propri affetti etc.

Superato lo sconcerto iniziale per la natura anomala dell’evento rispetto a quanto promesso e messo da parte il fastidio di doversi ascoltare 4 o 5 momenti di vendita assai aggressivi durante ogni singola giornata, abbiamo comunque trovato del buono anche in questo tipo di struttura, essendo comunque la varietà dei relatori e dei temi in questione una risorsa in sè che ci ha permesso di conoscere alcune cose nuove, sviluppare spunti e idee e apprezzare lo stile comunicativo di almeno 3-4 fuoriclasse all’interno del gruppo di speaker.

Una decina i metodi e sistemi presentati durante il corso miranti a creare reddito passivo:

  1. Business immobiliare basato su opzioni anzichè acquisto di proprietà – Relatore John Lee
  2. Licensing (acquisto e utilizzo oppure cessione di proprietà intellettuali o diritti di marchio) – Relatore Rand Brenner
  3. Outsourcing - Relatore Daven Michaels
  4. Trading sul Forex – Relatore Marcus De Maria, già co-trainer di T. Harv Eker durante il “MILLIONAIRE MIND INTENSIVE” di Rimini
  5. Web Business – Relatore Chris Farrell
  6. Creazione di team di lavoro per compravendita di immobili di lusso – Relatore Marco Kozlowski
  7. Come creare “App” di successo per Iphone, Ipad etc. – Relatore Simon Williams
  8. Trading su azioni e futures – Relatore Courtney Smith
  9. Marketing di affiliazione – Relatore Andrew Lock
  10. Investire nei “Tax Lien” USA (per me l’unico argomento totalmente nuovo e di conseguenza lo spunto più interessante) – Relatore Saen Higgins

Assieme a questi speaker hanno avuto spazio sul palco del “NEVER WORK AGAIN” anche altri 5 relatori, 2 dei quali non hanno nemmeno cercato di presentare una qualche forma di metodica o strategia ma si sono dedicati a vendere senza tanti giri di parole le loro opportunità di investimento immobiliare in Germania (Tan Yang Po) e in Costarica (Jack Cohen) mentre Bill Walsh ha proposto un proprio programma di formazione motivazionale tramite webinar o altri prodotti, cosa poi c’entrasse con il tema del corso me lo sto ancora chiedendo.

Interessante invece la storia personale e l’utilizzo dei podcast su Itunes da parte di Sam Crowley anche se più legata allo sviluppo di un proprio business o del marketing di sè stesso più che un’idea per generare reddito passivo.

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Keith Cunningham, il "Padre Ricco" di Robert Kiyosaki!

Menzione a parte va data al personaggio che ha “dato di più” al corso in termini di contenuti così come di curiosità nel conoscerlo visto che è stato presentato come il fantomatico “PADRE RICCO” mille volte citato da Robert Kiyosaki nei propri libri: Keith Cunningham.

Keith Cunningham, passato da imprenditore e investitore alle spalle con più di una vicissitudine nella sua storia personale, e presente da speaker motivazionale, ha essenzialmente dispensato la propria saggezza e esperienza di vita e la sua presenza è stata molto apprezzata sia in quanto persona dotata di grande carisma e umanità sia in quanto è stato l’unico speaker a dedicare il proprio tempo a fornire contenuti e non a costruire una presentazione commerciale dei propri prodotti o servizi.

In ultimo, valida e interessante come sempre nei corsi di T. Harv Eker la parte di condizionamento psicologico alla ricchezza e al denaro, in questo contesto concentrata proprio sul tema del reddito passivo e della conseguente libertà della propria vita da riconquistare.

Come di consueto quindi, grande entusiasmo in sala (guarda il video qua sotto) sulle bellissime parole di “It’s My Life” di Bon Jovi che non avevo mai realmente compreso nel loro significato.

www.youtube.com/watch?v=-ZqZfYgICew

In sintesi, tra i tanti aspetti positivi scaturiti dall’aver partecipato al “NEVER WORK AGAIN” tantissima varietà e quantità, molte idee, molti spunti, tanti speaker, un sacco di motivazione e condizionamento positivi, la possibilità di modellare personaggi diversi e trarre ispirazione dalle loro storie personali e dalle indubbie abilità di vendita e di marketing dimostrate sul palco dai vari relatori.

Tra gli aspetti negativi alcune mancanze sulla cura della qualità dell’esperienza per i partecipanti, il fatto che fosse una “fiera” più che un corso e che non fosse stato presentato in questo modo, un sacco di “cosa” e pressochè nessun “come” , un indubbio eccesso di vendita e di manipolazione da parte della quasi totalità degli speaker alternatisi sul palco.

Chiudendo, esprimo la mia opinione personale sul tema della vendita, del marketing e di quanto ho visto accadere in questo senso durante il “NEVER WORK AGAIN”.

Saper vendere e promuovere con successo sè stessi e la propria attività sono caratteristiche fondamentali per ottenere risultati di rilevo praticamente in qualsiasi campo. Conosco questa verità da tanto tempo, mi guadagno da vivere vendendo i miei programmi di formazione da più di venti anni, ho avuto grandi maestri in questo campo (tra cui lo stesso T. Harv Eker) e nel mio piccolo penso di essere piuttosto abile e preparato sul fronte visto che ho anche scritto e pubblicato un libro con Sperling e Kupfer su questo argomento (“Professione Venditore”, attualmente esaurito nelle principali librerie).

L’eccesso di timidezza nella vendita e nella promozione di sè stessi non solo non sono una qualità ma non pagano e privano anche il pubblico di quanto di valido hai da offrire.

Parlando di etica commerciale e imprenditoriale, l’abilità di vendere e di promuoversi deve tuttavia essere sempre accompagnata da alcune caratteristiche che ho visto parecchio latitanti in diversi tra gli speaker che ho visto promuovere i propri prodotti durante il “NEVER WORK AGAIN” e mi riferisco a:

  • qualità dell’offerta (diversi tra i prodotti e servizi presentati avevano ben poca sostanza)
  • trasparenza sulla natura dell’offerta (va bene concentrarsi sui benefici ma in molti casi non è stato proprio spiegato in cosa consistesse il miracolistico servizio proposto)
  • rapporto qualità prezzo e trasparenza nella presentazione dello stesso e delle promozioni (omissis …)
  • equilibrio, realismo e onestà nella presentazione dei benefici ottenibili dal proprio prodotto (va bene abbellire e “pompare” un minimo la propria offerta, tutti lo facciamo, ma a Londra il rapporto benefici/difficoltà è stato davvero manipolato senza nessun pudore lasciando nel pubblico più sprovveduto delle percezioni estremamente distanti dalla realtà)

Fuor di ipocrisia, vendere significa manipolare le percezioni altrui per indurre una decisione d’acquisto.

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Marcus De Maria: Forex Trading

So bene che “manipolare” è una parola con forti connotazioni negative ma nella realtà è quello che tutti facciamo quando sistemiamo la merce in vetrina in maniera che risulti accattivante, quando “ci mettiamo in tiro” per conquistare un uomo o una donna, quando raccontiamo aneddoti di clienti soddisfatti, quando ingaggiamo l’attore famoso come “testimonial di un prodotto o servizio che probabilmente non ha mai utilizzato e non utilizzerà mai.

Tutto questo è ok, fa parte del “gioco della vendita” e, più in generale, del grande “gioco della vita” .

Come sempre però, è questione di limite e quantità e, senza peli sulla lingua, non ho problemi a dire che quanto ho visto al “NEVER WORK AGAIN” non lo condivido.

L’uso eccessivo e così disinvolto di setting di pnl, ancoraggi e suggestioni ipnotiche per vendere, pur generando risultati straordinari in termini di redemption immediata, è sbagliato e poco corretto e la mia opinione è che il fine non giustificherebbe i mezzi nemmeno se la sostanza di quanto offerto fosse stata molto superiore a quanto visto a Londra.

E’ stato una sorta di esperimento di sociologia e manipolazione di massa in diretta vedere molti partecipanti al corso correre al desk commerciale per sottoscrivere senza pensarci due volte quote di investimento immobiliare di società mai sentite prima, iscriversi a corsi per diventare esperti di compravendita di immobili di lusso o acquistare per 1.000 e passa sterline pacchetti informativi composti da due manuali e tre cd contenenti nozioni di carattere generale note e stranote.

A Londra per il corso “Never Work Again” di T. Harv Eker: la mia recensione senza peli sulla lingua

Courtney Smith: Stock & Futures Trading

Il mio socio e compagno di avventura londinese Livio Sgarbi ha definito tutto questo “il fenomeno della spremitura” mentre altri commentavano di aspettarsi da un momento all’altro una bella presentazione di pentole o altre carabattole da sagra paesana.

Il punto è anche di “eleganza nel muoversi” ma non solo.

Ho sentito qualcuno commentare queste vendite con grande ammirazione (sull’abilità in sè dimostrata dagli speaker in questione niente da dire, alcuni sono dei veri e propri fenomeni della manipolazione di gruppo) affermando che: “Se poi la gente compra hanno ragione loro” ma, personalmente, non sono d’accordo e non condivido il punto in questione nè le pratiche in sè.

E’ la stessa cosa di quando il politicante di turno racconta in maniera accattivante e convincente un sacco di balle per raccogliere consenso, il fatto che poi la gente lo voti non vuol dire che si sia comportato correttamente e lo sa il cielo se la nostra società non soffra di eccesso di immagine e manipolazione rispetto all’effettiva realtà delle cose.

Insomma, ancora una volta torno da un corso con tanti spunti e argomenti da cui trarre insegnamento, sia da quanto mi è piaciuto che da ciò che non ho apprezzato.

Se ti fa piacere, LASCIA UN COMMENTO in calce all’articolo esprimendo la tua opinione in merito a quanto ho scritto o la tua testimonianza se eri anche tu presente al “NEVER WORK AGAIN” a Londra.

Ora ti lascio, vado a lavorare suimiei sistemi per non lavorare mai più!

Roberto Pesce


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