Lezioni condivise 86 – Il lessico della pesca
Qualcuno potrebbe pensare che io sia un pescatore incallito, visto che insisto a parlare di pesca, in realtà non ho mai pescato neppure un pesciolino, se non a mia insaputa, come usa oggi fare per qualsiasi pesca (di “onorevole” beneficienza). Benché nelle verdi e turchine acque dei mari di Sardegna capiti di nuotare tra banchi di pesciolini, la canna da pesca mi è sconosciuta, le barche idem e per esaurire tutto il repertorio non pratico neppure la pesca subacquea, men che meno quella proibita con bombe, e neppure quella volta che da bambino caddi non so come nella fontana dei pesci rossi, essi si salvarono tutti, mentre io subii i rimbrotti di mio nonno che dovette accompagnarmi a casa grondante acque…
La ragione è manco a dirlo scientifica, giacché la pesca, come altri tipi di attività (agricoltura, pastorizia, artigianato e via dicendo) si prestano ad avere un loro lessico o registro particolare, settoriale o con la parola giusta diafasico.
La settorializzazione della lingua è peraltro utilizzata negli atlanti linguistici, dal metodo cose-parole, anche per un confronto soprattutto diatopico e diacronico di espressioni della stessa lingua, che spesso presentano una particolare variabilità.
(continua…)
(Linguistica sarda – 7.3.1997) MP
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