A Los Angeles c’è una rivalità

Creato il 27 gennaio 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Forse era dai tempi dei Bloods e dei Crips, sanguinarie bande di strade della Los Angeles anni ’70, che nella città della California non c’era una così accesa rivalità. Lakers versus Clippers finalmente è un derby in tutto e per tutto. La storia non ha praticamente mai messo queste due franchigie allo stesso livello: d’altra parte i giallo-viola hanno in bacheca 16 titoli NBA, i Clips invece hanno raggiunto la post season due volte negli ultimi… 20 anni (1991-92 e 2005-06)! Questa volta però le premesse sono ben diverse: tutto nasce dal mancato approdo in maglia Lakers di Chris Paul, che dopo l’annullamento della trade da parte della NBA, ha scelto proprio i Clippers come destinazione. Con Billups, Butler, Griffin (unica star cestistico-hollywoodiana della storia recente rosso-blu) ed il neo arrivato CP3, coach Del Negro si è improvvisamente ritrovato alla guida di una fuori serie, sulla carta competitiva anche contro i nobili concittadini, campioni NBA solo un paio di stagioni fa. Il 2-0 della squadra di Sterling sui “lacustri” in pre-season ha improvvisamente minato una delle poche certezze della città degli angeli: i Clippers non sono i cugini sfigati dei Lakers!
Quando finalmente in stagione regolare le squadre si sono ritrovate faccia a faccia, Chris Paul ha estratto dal cilindro una prestazione favolosa (33 punti e 6 assist) trascinando i suoi alla clamorosa vittoria che ha ulteriormente messo peperoncino sulla sfida. Il derby dell’altro giorno, questa volta con lo Staples Center addobbato in Purple&Gold, ha premiato i Lakers che non a caso hanno giocato la loro miglior partita delle ultime settimane, tirando fuori gli attributi in entrambe le metà campo. Questa volta Paul, che ha deciso di giocare pur essendo a mezzo servizio, non è riuscito a guidare i suoi alla doppia-v, ma si è reso ugualmente protagonista nel finale di partita di un episodio con Gasol che non ha fatto altro che gettare altra benzina sul fuoco.

Questo il momento incriminato che ha creato tanto scompiglio:

Le dichiarazioni al termine dell’incontro non assomigliano ad un trattato di pace, almeno quelle di Kobe Bryant:

A Chris queste cose non piacciono: ha la sindrome del bambino! Io gli tocco la testa ogni volta, è davvero una cosa che odia. E non è uno che lascia andare le cose, sia che tu lo faccia apposta che per sbaglio.
Loro non sono nostri rivali. Noi abbiamo vinto cinque titoli… I rivali sono quelli che abbiamo incontrato negli scorsi playoff!

Sarà, ma è più bello credere che la rivalità ci sia eccome… ed i sei falli tecnici (ed un’espulsione) dell’ultima sfida non testimoniano a favore di Kobe!



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