…Lucio Dalla l’ho conosciuto anch’io.
Un ricordo a sorpresa che ancora è piuttosto vivido nella mia mente: risale solo all’inizio degli anni ottanta. Nello stupendo scenario delle isole Tremiti, alla sera, ci si poteva deliziare praticamente gratis con la sua musica, che era ovviamente per pochi intimi. Dalla sua casa sul mare non mancava la musica serale. Vi posso garantire che non ho fatto parte di quel gruppo di amici più o meno intimi, ma vi posso dire che proprio la sua musica dal vivo abbinata al mare era qualcosa di splendido.
Detto ciò, e premesso che è stato certamente un cantautore che la nostra generazione ha ascoltato ma non solo, mi piace riflettere sul labile confine tra musica come la sua e la poesia. Interessante il video che vi consiglio di ascoltare fino alla fine perché è pieno di spunti di riflessione e dimostra quanto abbia masticato note e parole. Forse se avessi studiato di più la musica, come mio padre voleva nella mia infanzia, scriverei canzoni. Questo per ricordarci ancora una volta che la dimensione del sogno e dello sguardo disincantato sulla realtà, che ha descritto nelle sue canzoni, sono delle vere perle poetiche. Non tutte? Non so, forse sì. Ma questa non è una classifica, è solo il mio personale ricordo di un uomo, prima che artista, che fino all’ultimo giorno ha dedicato la sua vita alla musica. Ecco, così si coltiva l’arte e la vita.
Ciao Lucio! Ho sempre trovato curioso il tuo nome, sappilo. Ora riposi certamente nella Luce.