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A Natale anche l’acciaio è più dolce: pacchi dono Arvedi per 1.500 poveri. Trionfa la violenza psicologica dell’elemosina che giustifica le ingiustizie socio-economiche

Creato il 03 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Bisogna segnarla bene, imprimerla nella mente la differenza, il gap, il baratro incolmabile che ci DEVE essere fra ricchi e poveri, in questo sistema economico che produce ingiustizie come una catena di montaggio. L’elemosina è uno di questi metodi di violenza

E' arrivato Babbo Natale

E’ arrivato Babbo Natale (Photo credit: ‘Brizio)

psicologica che impongono al povero il suo ruolo sociale e lo premiano perché resti tale. Poi persino Matteo Renzi può parlare di far funzionare l’ascensore sociale, in modo che il figlio della tuta blu possa diventare un ricco avvocato (di chi? chiunque?) e non solo il pargolo del leguleio al servizio dei danarosi clienti (onesti?) abbia questa sorte. Già la Corte dei Conti ha fatto sapere, visto che qualcuno non se n’era accorto, che con questa pressione fiscale a danni di chi le tasse le paga si resta tutti schiacciati come una mantovana, la ripresa resta un lieto sogno.

Intanto Giovanni Arvedi la sua idea elemosiniera l’ha già lanciata tra i suoi collaboratori più stretti: 1.500 pacchi dono ai poveri consegnati da pensionati, per Natale ovviamente. L’iniziativa è partita da poco e sarà organizzata – c’è da prevederlo – nei minimi dettagli.

Vogliono abbattere il welfare, già lo stanno facendo con il massimo impegno, appunto per sostituirlo con l’elemosina, lo stigma del povero, l’umiliazione del dono, la vergogna di non poter ricambiare, la beatificazione sociale del buono, l’ingiustizia sociale come sistema punteggiato di atti di bontà hollywoodiana.

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