



Al Museo Matisse: "Matisse. La musica all'opera", al Museo diArcheologia: "A proposito di piscine" (prendendo spunto dalla donazione del nipote dell'artista al museo della monumentale ceramica "La piscina", guazzi ritagliati del 1952 conservati al MoMa), al Théatre de la Photographie et de l'Image: "Donne, muse e modelli", al Mamac: "Bonjour Monsieur Matisse! Incontri" dove si esplora la sopravvivenza dell'iconografia matissiana dagli anni '60 fino a oggi attraverso i lavori di diversi artisti, a Palazzo Lascaris nella vecchia Nizza: "Matisse. Gli anni Jazz" focus sul celeberrimo libro Jazz (1943-47), al Museo Massena: "Palme, Rami di Palma e Palmette", mostra monotematica dedicata alle palme sempre presenti nel panorama mediterraneo della Costa Azzurra e nei quadri del pittore, al Museo di Belle Arti Jules Chéret: "Gustave Moreau, Maestro di Matisse" e alla Galleria des Ponchettes: "Matisse in Cartellone" affiche concepite o supervisionate dall'artista. Risultano evidenti ricchezza e varietà del materiale espositivo, solo l'imbarazzo della scelta.
Matisse: Nature morte d'après Jean Davidsz de Hem "La desserte" 1915
Il percorso dell'esposizione "Matisse. La Musica all'opera" si organizza intorno a due grandi nuclei: "Il silenzio della musica" che sottolinea il legame intimo che ha sempre unito Matisse alla musica e le diverse rappresentazioni che egli ne da nella sua opera e la "Sonorità del colore", illustrazione delle corrispondenze intuite dal Maestro fra il colore e il suono, come egli stesso, che in gioventù aveva pensato di diventare "violinista virtuoso", ha avuto modo di sottolineare: "Certes la musique et la couleur n'ont rien de commun, mais elles suivent des voies parallèles. Sept notes, avec des légères modifications, suffisent à écrire n'importe quelle partition. Pourquoi n'en serait-il pas de meme pour le plastique?" Come non pensare a corrispondenze e sinestesie baudleriane? E l'ascolto della musica lo accompagna certamente mentre era al lavoro, sempre presente una radio al capezzale del letto e in una lettera consiglia di fare altrettanto a un amico. Uditore attento e appassionato, ma anche esecutore lui stesso come leggo sul bellissimo catalogo di Matisse a Nizza " Lavoro & Gioia" che presenta tutte le esposizioni ora in corso. Ci sono le parole riferite in una conversazione dalla moglie Amélie Parayre: " A' Nice, en 1918...il se mit à étudier très sérieusement le violon, et comme un jour, je lui en demandais la raison, Henri me répondit...c'est un fait que je crains de perdre la vue et de ne plus pouvoir peindre. Alors j'ai songé à une chose: Aveugle, on doit renoncer à la peinture, mais pas à la musique..."




"Toutes mes couleurs chantent ensemble, c'est comme un accord de musique....". "Il faut peindre comme on chante, sans contrainte....avec aisance et une apparente facilité"
da sinistra: Intérieur à la boite à violon 1918-19. Violiniste et jeune fille (Divertissement), 1921



Matisse: La Vague, intorno al 1952






Marie Paul Nègre: Série A' fleur de l'eau 2000-2012
E' a Nizza che Matisse realizza la maggior parte delle sue opere, dal 1917 fino alla sua scomparsa nel 1954. "Quando ho capito che ogni mattina avrei rivisto questa luce non potevo credere alla mia fortuna", parole di gioia e di amore dell'artista per la città che in questa estate 2013 lo ricambia alla grande.