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A Panama è scandalo su Lavitola e Finmeccanica

Creato il 16 novembre 2011 da Eldorado

A Panama è scandalo su Lavitola e FinmeccanicaPuò darsi che ora, caduto Berlusconi, a pochi in Italia possa interessare il destino di Valter Lavitola, ma la cosa certa è che a Panama la questione si sta trasformando di giorno in giorno in uno scandalo di grosse dimensioni.

La polemica si basa sulla forma dell’acquisto di sei elicotteri all’Italia e sul tentativo di nominare, da parte del presidente Martinelli, Lavitola console panamense a Roma. Una settimana fa il quotidiano ¨La Estrella¨ ha pubblicato un’intervista con il ministro dell’Interno, José Raúl Mulino, dopo le accuse che i mezzi militari, così come una partita di equipaggiamento di sicurezza (19 radar ed una mappa satellitale), sarebbero stati comprati con un prezzo gonfiato del 60% secondo gli standard internazionali. Il ministro, nell’intervista, non nega questa possibilità: ¨É una vendita chiavi in mano¨ e più avanti, il viceministro Garuz conferma: ¨Nel prezzo sono incluse l’installazione, la costruzione, le torri, la sicurezza perimetrale¨ adducendo a questi fattori il prezzo superiore pagato dal governo di Panama.

A firmare i contratti sono stati Martinelli e Berlusconi il 30 giugno 2010, dopo il lavoro interlocutorio delle cancellerie. Il costo dell’affare è stato di 320 milioni di dollari con la partecipazione diretta della Finmeccanica a cui sono andati i proventi della vendita. Nel pacchetto è entrata anche la donazione di sei motovedette. I contratti, nello specifico, sono con l’Agusta per gli elicotteri, con la Selex per i radar e con la Telespazio per il sistema di cartografia digitale.

E qui entra in gioco Lavitola, che il ministro Mulino trova maniera di ringraziare anche sulle righe del quotidiano: ¨Bisogna ringraziarlo, perché è per lui che questi accordi sono andati a buon fine¨. Nonostante sia profugo della giustizia italiana, Mulino ribadisce che non esiste nessun ordine di estradizione nei confronti di Lavitola: ¨la sua posizione è quella di un cittadino europeo che può entrare ed uscire quando vuole da Panama¨. Che poi, è proprio quello che l’ex direttore dell’Avanti sembra fare.

A Panama è scandalo su Lavitola e Finmeccanica
Non è tutto. Valter Lavitola è stato anche molto vicino ad essere nominato console onorario di Panama a Roma. Ad affermarlo è l’ex cancelliere panamense, Juan Carlos Varela, che dice di aver ricevuto ripetute sollecitazioni in questo senso da parte dello stesso presidente Martinelli. Varela si sarebbe rifiutato e nell’aprile scorso avrebbe avvisato sia Frattini che Martinelli che non avrebbe firmato la nomina. Il presidente panamense, chiamato in causa, ha negato ogni addebito.

L’opposizione, intanto, chiede conti chiari ed ha ripetutamente invitato il ministro Mulino a fare piena luce sul contratto con la Finmeccanica, azienda su cui i giornali locali si sono sbizzarriti, facendo risaltare i vari scandali in cui è implicata. Sul quotidiano ¨La Estrella¨ è stata anche pubblicata la notizia secondo cui Francesco Pozzessere –figlio di Paolo, ex direttore commerciale di Finmeccanica dimessosi sull’onda delle indagini dei magistrati di Napoli-, proprietario di un hotel e di un ristorante a Panama, è il titolare di tre società rappresentate dallo studio di avvocati di cui è socio proprio il ministro Mulino. Coincidenze che hanno fatto storcere il naso a più di uno sui banchi dell’opposizione.

Intanto, Martinelli, in visita in Europa, ha visto la sua popolarità scendere sotto il 50% per la prima volta durante il suo mandato. Oltre allo scandalo procurato dalla questione Lavitola, il sondaggio svolto dall’agenzia Dichter & Neira rivela che la mancanza di fiducia dei panamensi ha una matrice politica, che va dalla poca trasparenza con cui si dettano gli affari di governo alla rottura della coalizione che, fino a un paio di mesi fa, permetteva a Martinelli la maggioranza assoluta nel Congresso. Il presidente, però, non se ne dà per inteso e da Londra invita gli imprenditori europei a investire a Panama, nel tentativo anche di smentire il presidente francese Sarkozy che ha tacciato pochi giorni fa il paese del Canale di essere un paradiso fiscale. Con i resti delle legioni berlusconiane che scorrazzano impuni per casa, l’opera di convincimento si fa difficile.


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