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A proposito degli scontri a Roma

Creato il 17 ottobre 2011 da Adrianakoala @adrianakoala
Mi sento di dire la mia sulla questione scontri a Roma, perché secondo me in giro non stiamo leggendo ragionamenti sensati. Ognuno tira acqua al suo mulino: c'è chi mette insieme Black bloc e indignati, c'è chi difende il Governo, chi lo attacca, insomma la solita solfa. Io vorrei che andassimo un po' oltre ai meri eventi e allo schierarsi dall'una o dall'altra parte. Magari vi sarete accorti che, anche se in genere non sono restia al manifestare la mia opinione, non ho messo sul blog nessun bannerino e non ho sostenuto in alcun modo la manifestazione di Roma. Non che abbia nulla contro il concetto di manifestazione, anzi; alcune, che mi sembravano ragionate e tranquille, come "Se non ora quando", le ho "sponsorizzate" eccome. E ci sono anche andata. Ma qui a me pare fosse semplice intuire che sarebbe stata la classica occasione per fare del gran casino, come avevo scritto in qualche commento venerdì. C'è sempre tanta gente che ha voglia di fare del casino, e che probabilmente non sa nemmeno per che cosa va a manifestare. Ecco, io con le manifestazioni che mi danno questo sentore non sono d'accordo. Per di più sono inutili, se non controproducenti (Vendola: "Black bloc aiutano il Governo"). E qui secondo me nasce il vero ragionamento da fare, che è quello sulle ragioni della manifestazione, e, più in generale, dell'indignazione. Il problema è quello della rappresentanza: la politica dovrebbe rappresentarci. Niente di meno vero. Allora non mi stupisco che gente come un Pannella venga contestata: sempre venerdì pomeriggio, in un commento al mio post sulla fiducia, mi chiedevo come potessero sentirsi quelli che l'hanno votato. Ecco, quello per me è l'emblema di come la politica sia completamente discostata rispetto alle idee degli elettori. Chiaro che non solo si indignano, si incazzano! Il nocciolo della questione, secondo me, è che scenette come quella di venerdì pomeriggio ci fanno sentire inutili perché fanno passare l'idea l'impercorribilità delle strade giuste, quelle legali, quelle costituzionali, per far valere la nostra opinione. Quelle però sono le strade in cui ho sempre creduto: l'occasione per far cadere un Governo dovrebbe essere il voto sulla fiducia, non di certo incendiare un'auto. La conclusione è che questi momenti sono occasioni che dovrebbero farci riflettere sul sistema politico, su come, quanto dobbiamo essere frustrati per scendere in piazza a far del casino, tanto per fare. Consapevoli, ne sono convinta, che non cambierà niente. Il nostro dovere dovrebbe quindi essere quello di cercare delle strade percorribili per poter dire la nostra (dire, non urlare, possibilmente), nonostante qualche fisiologico momento di sconforto. Strade istituzionali (candidiamoci, su! così non ci potremo più lamentare di chi è candidato...), strade culturali (scriviamo post, scriviamo libri, articoli, incontriamoci, organizziamo serate, convegni), strade non violente... solo con quelle potremo ottenere qualche risultato. E' una sfida più intelligente e più stimolante.

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