...a proposito di Igort,
«Al principio l’Ucraina era per me qualcosa d’indistinto una nuvola appartenente al firmamento sovietico. Poi ho cominciato a frequentarla e i nomi esotici che sentivo in casa sin dall’infanzia Kiev, Odessa, Poltava, Sebastopoli, Leopoli, Yalta, divennero paesaggi concreti. Com'è stata la vita durante e dopo il comunismo da queste parti? Me lo domandavo sinceramente.»Inizia con le parole di Igort il documentario che Domenico Distilo ha girato sul fumettista che andrà in onda stasera su Rai Tre, alle 00.50, prima di fuori orario, e forse fuori orario per molti telespettatori [direttore della fotografia Maurizio Tiella, montaggio Alberto Masi e prodotto da Marco Lo Curzio SCIARA Film Production/Media Design].
Igort racconta del suo viaggio in Ucraina, una sorta di diario iniziatico che gli ha cambiato la vita, «una specie di verifica sul terreno» per fare i conti con se stesso e con il "sogno comunista”, tra parentesi come dice nel documentario, e cosa di questo sogno rimaneva.E mentre si racconta, rileva il suo percorso creativo, l’idea, gli appunti sui diari, i libri, i viaggi, le storie, gli appunti visivi attraverso una vecchia telecamera, le note, i disegni preparatori, i ritocchi al computer e infine un dialogo con un editore francese (che bella la libreria di fumetti intorno al minuto ventinovesimo).
Ogni storia un viaggio rilevatore: dall'eccidio stalinista dei Culachi (proprietari terrieri) causato da una carestia artificiale che li portò al cannibalismo; al racconto della morte di Anna Politkovskaja, di cui già aveva sentito il bisogno di scrivere alcuni giorni dopo il suo assassinio sul suo blog; per finire con il prossimo libro su Pavel Aleksandrovič Florenskij, un mistico russo, che indaga sul tempo rovesciato e la quarta dimensione ucciso dal regime sovietico l’8 dicembre 1937.
«E come se si dovesse raggiungere - attraverso il fumetto - un certo equilibrio e se è possibile arrivare alla verità, una verità che non è il realismo, il realismo è un genere, la verità è come una specie di essenza della scena è una specie d'immedesimazione. [...] Ciò che m’interessa è aprire la finestra delle domande, non dare risposte, non ho risposte da dare» conclude Igort.Visione consigliata perché il documentario si preoccupa di raccontare e non di elogiare il fumettista e perché c’è sapienza nel montaggio tra il parlato, il visivo e la musica. Musiche, non a caso, tratte dall'album ‘Casinò’ dei Los Ciceros cioè Igort, Sarah Tartuffo, Don Ross e Mario Pirolla; edito in Italia da Coconino Press.
na3,
Letteraventidue è una casa editrice nata nel 2007 a Siracusa che, come si auto descrive:
«crede nelle potenzialità del libro, come medium parallelo e complementare al dilagante web-Surfing: lasciare la superficie al WorldWideWeb ed offrire al lettore attento, la possibilità di approfondire la sua esperienza mediatica è uno degli obiettivi che fondano la nostra idea di cultura contemporanea.»Letteraventidue è l’editore di Quattro case viste da dentro, un libro dedicato alla genesi di quattro case progettate dallo studio na3 durante il suo primo decennio di vita; gruppo che ho conosciuto grazie al loro web log. Un racconto che lo studio ha ampliato con scritti o disegni o interpretazioni affidati a tredici rilettori: Angelo Aloisi, Domitilla Dardi, Marta Laudani, Dario Lusso, Mario Magini, Voldben, Francesco Melone, Tomaso Pessina, Filippo Piferi, Patrizia Di Costanzo, Emmanuele Jonathan Pilia, Cristina Senatore, Beniamino Servino, Gloria Valente [tra parentesi l’introduzione è stata curata da Cherubino Gambardella].
Rilettori, non tutti, che in questi anni hanno trasformato il luogo comune del ‘web-Surfing dilagante e superficiale’ in nuova energia espressiva e comunicativa.
Da comprare ed è consigliato anche ai lettori disattenti, che sfogliano, surfano, sbadigliano, amano solo l’odore della carta e non sanno quello che fanno.
Plug_in ...
martedì 24 settembre 2013 alle ore 18, al Museo d'arte contemporanea Villa Croce di Genova gli ideatori di plug_in - laboratorio di architettura e arti multimediali - Alessandro Lanzetta, Emanuele Piccardo e Luisa Siotto festeggeranno il loro decennale di attività con una mostra, divisa in tre sezioni, che si auto documenta:
- "micro-scala" azioni che hanno cercato di arginare il dilemma, spesso solo verbale, tra quartiere=periferia attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini nella riappropriazione degli spazi aperti condivisi;
- "macro-territoriale" lezioni, incontri e mostre che giravano intorno alla [cito]: «polisemica definizione del termine paesaggio.»
- “editoria indipendente” un tentativo di dare spazio alle voci non allineate al mainstream.
C’è tanto altro se v’interessa sbirciate qui.
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