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A Reggio Calabria celebrati i 50 anni delle relazioni ufficiali tra Italia e Québec

Creato il 21 aprile 2015 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
A Reggio Calabria celebrati i 50 anni delle relazioni ufficiali tra Italia e Québec

Sabato 11 aprile si è tenuta a Reggio Calabria la presentazione del Quaderno di Geopolitica n. 4 1965-2015: Cinquant’anni di Québec in Italia per celebrare l’anniversario dell’inizio delle relazioni ufficiali tra il nostro paese e la provincia francofona canadese. L’idea di celebrare a Reggio Calabria tale anniversario, attraverso la presentazione del lavoro di ricerca relativo ai rapporti tra Italia e Québec, nasce nell’ambito del partenariato instaurato tra IsAG e CE.F.R.I.S (Centro per la Formazione, la Ricerca, l’Innovazione tecnologica e lo Sviluppo) con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura di Reggio Calabria nella persona della Dott.ssa Patrizia Nardi, di Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI), Galbatir – Agenzia per lo Sviluppo Locale e della Delegazione del Québec a Roma.

L’evento ha rappresentato una preziosa occasione per avviare a livello istituzionale un rapporto di sinergia e collaborazione tra due realtà, quella calabrese e quella quebecchese, unite dal fenomeno migratorio che nel corso degli anni ha spinto molti calabresi a dirigersi verso quei lidi.

renosto-falcomatàLa giornata, articolatasi in più momenti, ha avuto inizio con l’incontro presso la sede del Comune, Palazzo San Giorgio, della delegazione composta dalla Dott.ssa Amalia Renosto (Delegata del Québec in Italia), dal Dott. Tiberio Graziani (Presidente IsAG), dall’Avv. Paolo Quattrocchi (studio legale NCTM), dal Dott. Domenico Napoli (Direttore Cefris) e dal Dott. Filippo Romeo (Ricercatore IsAG) col Sindaco Avv. Giuseppe Falcomatà. Durante l’incontro, oltre al rituale scambio di doni, è stato convenuta l’opportunità di solidificare i rapporti fra queste due realtà, attraverso la messa in opera di relazioni e progetti volti a consentire un interscambio culturale e formativo. In particolare, è stato evidenziata la necessità di agevolare il rientro in Calabria del capitale umano e intellettivo formatosi in Québec, al fine di mettere a frutto nel territorio di origine le competenze acquisite oltre oceano ma, al tempo stesso, di consentire un proficuo e vicendevole scambio culturale volto a rinsaldare maggiormente i rapporti fra le due realtà.

A seguire, l’interessante visita guidata alla Pinacoteca, impreziosita dalla presenza della Dott.ssa Daniela Monteleone che ha illustrato le numerose opere presenti all’interno della struttura. Di seguito la visita al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, in cui il Prof. Ezio Modica ha brillantemente presentato alla delegazione e agli altri partecipanti alla visita i famosi “bronzi di Riace”. Più in particolare, il Professor Modica con grande fermento e passione, come solo uno studioso e cultore della materia sa fare, ha illustrato in modo minuzioso e dettagliato la fattura, la storia, la possibile ricostruzione dell’origine, il ritrovamento e la recente restaurazione delle due incantevoli statue bronzee.

bronzi-riaceDopo una piacevole pausa per il pranzo, consumato presso il ristorante “L’Accademia” dello chef Filippo Cogliandro, che ha esaltato in modo prelibato e ricercato il gusto, i sapori e la qualità dei prodotti calabresi, la giornata è entrata nel vivo con l’inizio della Conferenza presso la Sala della Pinacoteca. Dopo i saluti resi dal moderatore dei lavori Dott. Franco Arcidiaco, è stata data lettura della nota inviata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Reggio Calabria, Dott.ssa Patrizia Nardi, assente per motivi istituzionali, che si riportata qui in modo integrale:

Il mio saluto più cordiale agli ospiti di questo importante incontro, alla dottoressa Amalia Daniela Renosto, al dott. Napoli, al dott. Romeo per questa occasione di confronto che mi piace pensare nella prospettiva di un rapporto più duraturo e continuo con i calabresi del Québec.
Nella storia dell’Italia contemporanea non vi è stato fenomeno sociale dalle implicazioni economiche, demografiche, culturali e di costume paragonabile per proporzioni ed effetti a quello dell’emigrazione che dalla fine dell’Ottocento in poi ha spostato una parte d’Italia altrove.
Gli italiani all’estero con cittadinanza italiana oggi sono 4 milioni. Quelli di origine italiana sono circa 60 milioni. É un’altra Italia che vive e opera fuori dai suoi confini prettamente territoriali. Una grande risorsa per la madrepatria, perché gli italiani all’estero sono veri ambasciatori itineranti. Una comunità matura che ha saputo crescere ed imporsi ovunque, in tutti gli ambiti sociali e professionali. Discendenti della prima e della seconda generazione dei connazionali italiani emigrati, ma anche protagonisti di una nuova emigrazione.
L’attenzione del mondo accademico e scientifico – e della ricerca storica e sociologica in primo luogo – è servita a risvegliare la memoria collettiva ma anche un altro tipo di attenzione, quella delle istituzioni politiche, che unite ad una nuova sensibilità dell’opinione pubblica hanno contribuito a mettere sotto una luce diversa le nostre comunità italiane all’estero, sulla base dell’esigenza della valorizzazione di una grande risorsa che può veicolare in modo naturale il senso dell’italianità e della cultura italiana all’estero.
E sono soprattutto i giovani a chiedere di riscoprire l’italianità, intesa non in senso tradizionale (il mondo più o meno statico fatto di cultura e tradizioni tramandate dalla famiglia in un contesto molto chiuso, che era quello della comunità d’origine), ma in senso nuovo, creativo, aperto. Aperto non alla cultura ma alle culture italiane, da fruirsi sulla base del confronto e dell’integrazione che non è più comunitario o, al più, regionale, ma che vuole avere come riferimento l’intero panorama italiano, che è panorama di umanità oltre che di cultura in senso proprio. In realtà, oggi, il termine di comunità andrebbe ridefinito sulla base del processo di osmosi che, soprattutto negli ultimi decenni, ha avvicinato le molte anime delle comunità italiane all’estero e questo ha prodotto un grande interesse anche per i soggetti “altri”, ossia per la cultura, storia, le tradizioni delle comunità regionali italiane diverse da quella d’origine.
Giovani, che nella maggior parte dei casi, hanno un rapporto mediato con l’Italia, un legame che è il frutto della trasmissione della tradizione (da parte della famiglia) e di una personale rielaborazione della cultura assorbita, che spesso conduce a nuovi significati del concetto di radici e di italianità. Ciò che implica spesso uno scollamento tra realtà e rappresentazione.
Penetrare nel loro mondo può essere la chiave per avvicinarli, nel giusto modo, alla cultura italiana, attraverso operazioni che non si limitino ad improbabili attività para-turistiche senza efficaci programmi che suscitino interesse e coinvolgimento.
Molte sono le questioni ancora aperte per la nostra emigrazione, dal problema dei legami culturali ed economici con la madrepatria, al ruolo degli enti locali italiani nel riallacciare o nell’aprire rapporti di interscambio e collaborazione con le comunità italiane all’estero che siano utili alla formazione dell’identità delle giovani generazioni. Problemi che richiedono linee programmatiche che coinvolgano più soggetti contemporaneamente – città, regioni, enti ed associazioni culturali- allo scopo di favorire la costruzione di un rapporto concreto tra l’Italia e le giovani o le future generazioni di italiani all’estero, in modo che insieme ai segni esteriori dell’italianità (moda, sport, cucina, design) si possa configurare un percorso identitario che si riconosca nella cultura in generale ed in quella della tradizione in particolare, che continua ad essere ancora nel terzo millennio, strumento di condivisione e identità . Buon lavoro.

La parola è quindi passata alla Dott.ssa Renosto che, dopo aver ringraziato per la calorosa accoglienza riservatale, ha confessato la sua emozione per essere tornata nella città di Reggio Calabria dopo dieci anni e in un’occasione così importante come il cinquantesimo anniversario dei rapporti tra Italia e Québec, considerato il fatto che nel Québec oggi vive una comunità calabrese composta da circa 50 mila persone.

La Dott.ssa Renosto ha inoltre chiarito di non essere una diplomatica nell’accezione classica del termine, in quanto il Québec non conduce affari esteri, ma dispone di un Ministero delle Relazioni Internazionali che promuove la cultura e coltiva gli interessi quebecchesi nel mondo. Amalia Renosto ha comunque sottolineato che il governo del Québec ha saputo costruire gradualmente, a partire dagli anni Sessanta, una rete diplomatica che oggi conta 25 rappresentanze in 14 Paesi. La sua specificità culturale porta il Québec a giocare un ruolo importante nei fora e nei negoziati internazionali. È uno dei membri più attivi nella Organizzazione Internazionale della Francofonia, dove gode dello stato di governo partecipante. Nel 2005 ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di adozione della Convenzione sulla “Protezione e promozione della diversità e dell’espressione culturale” dell’UNESCO: in tale occasione il governo del Québec fu uno dei primi a raccomandare la creazione di questo strumento giuridico internazionale che riconosce il diritto degli Stati e dei governi di elaborare liberamente le proprie politiche culturali. È stato anche uno dei più ferventi promotori del CETA, l’Accordo economico e commerciale globale tra Canada e Unione Europea, ed ha partecipato attivamente ai negoziati negli ambiti compatibili in tutto o in parte con le sue competenze legislative. Ad oggi, il Québec ha concluso circa 700 intese internazionali con governi stranieri in ambiti che vanno dalla sicurezza sociale all’ambiente e dalla cultura alla scienza e alla tecnologia: di queste, tra le prime risalenti agli anni Sessanta, ci sono quelle con l’Italia, tutt’ora in vigore. Ovviamente con la Francia vi sono delle relazioni più privilegiate: infatti, dal 1965, essa ha concesso al Québec uno statuto uguale a quello accordato alle missioni diplomatiche. La presenza internazionale del Québec è l’espressione politica della nazione quebecchese nel mondo: la sua missione primaria è quella di difendere i suoi interessi all’estero e rappresenta la proiezione nel mondo di una Provincia aperta all’internazionalizzazione e che riesce ad imporsi sullo scenario globale come un attore incisivo e un protagonista attivo, sfruttando al massimo le proprie capacità e potenzialità.
Dopo avere fatto un ampio ventaglio sulle competenze del Québec, la Renosto ha precisato che aveva piacere ad essere a Reggio per capire quali, concretamente, potessero essere i rapporti da intraprendere.

La parola è quindi passata all’On. Nicola Irto che, portando i saluti della Regione Calabria, ha sottolineato l’importanza degli sviluppi che queste relazioni possano avere tanto per la Regione Calabria quanto per la nascente città metropolitana. Irto ha inoltre posto l’accento sul fatto che Reggio Calabria è l’unica città metropolitana all’interno della quale ricade un parco nazionale e, pertanto, lo sviluppo di tali relazioni sarebbe utile anche a mettere a frutto uno scambio di saperi sulle questioni relative la tutela dei territori naturalistici e la sostenibilità ambientale. A tal proposito, Irto ha ribadito l’importanza di intessere relazioni non solo di carattere istituzionale ma anche scientifico accademico.

domenico-napoli-quebecSuccessivamente è intervenuto il direttore del CEFRIS Dott. Domenico Napoli portando i saluti del Presidente Dott. Pasquale Monea, che nell’occasione non ha potuto partecipare all’iniziativa. Napoli, dopo aver presentato la struttura del CEFRIS, ha evidenziato le principali tematiche sulle quali poter avviare delle collaborazioni con il Québec. In particolare, Napoli ha posto l’accento sui temi della formazione e dello scambio di buone pratiche per sviluppare sinergie sull’alta formazione e sul trasferimento tecnologico dove il Québec senz’altro rappresenta un modello d’avanguardia mondiale. Tale tema, ha specificato Napoli, è di elevato interesse per una regione come la Calabria, soggetta ad un’emigrazione culturale qualitativa e quantitativa molto importante e per la quale è interessante poter proporre nuovi modelli per la messa in opera di politiche regionali che incidano sulla reale capacità di sostenere una cultura imprenditoriale in grado di trattenere e di attrarre talenti.

I lavori sono proseguiti con l’intervento del Dott. Antonio Alvaro, Presidente del Galbatir, che ha presentato la struttura da lui presieduta, spiegando che si tratta appunto di un raggruppamento di comuni dell’area interna del versante tirrenico meridionale dell’attuale provincia di Reggio Calabria e di operatori privati, che ha quale scopo principale lo sviluppo delle aree interne tramite azioni di promozione della cultura e dei prodotti realizzati, valorizzandoli in una logica bottom up. Per le azioni sopra elencate, il Galbatir è sostenuto dall’Unione Europa tramite il programma leader ed altre forme di finanziamento che sostengono progetti realizzati con partner di altri paesi della UE, tra cui Lituania e Portogallo. Alvaro ha aggiunto che oltre al GAL vi sono anche i GAC, gruppi di azione costiera che raggruppano cooperative di pescatori ed operatori costieri anche a tutela dell’ambiente marino.

In seguito la parola è passata all’Avv. Paolo Quattrocchi, il quale ha voluto ricordare un’iniziativa di trattato in corso, quella riguardante il CETA, un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada. Si tratta, per il Canada, dell’accordo bilaterale più importante mai sottoscritto dopo il NAFTA, e ciò spiega anche la notevole rilevanza mediatica che gli è stata concessa, rilevanza che invece non ha ancora avuto in Italia. A dare il via al progetto è stato proprio un premier quebecchese nel 2008, e nel 2009 il Québec ha convinto il Canada ad impegnarsi nella sottoscrizione del trattato. La virtuosa autonomia del Québec (espressa in maniera esemplare dal grande insieme di regioni col quale ha stretto rapporti – Lombardia, Baden Wurttemberg, Rhone-Alpes e Catalogna) ha trovato felice compimento nel 2008, quando ha ottenuto lo status di nazione all’interno di un Canada unito. Anche Quattrocchi ha posto l’accento sull’importanza lineare che una tale partnership potrebbe avere per l’Italia e per la Calabria, considerando le innumerevoli competenze e eccellenze in campo scientifico che si trovano in Québec e citando, a tal proposito, l’esempio del Plan Nord.

A seguire è intervenuto l’Ing. Ferdinando Verardi, Presidente delle AGCI Calabria, portando i saluti del Presidente Nazionale Rosario Altieri che nell’occasione non ha potuto partecipare all’iniziativa. Verardi, nel sottolineare l’importanza che il modello cooperativo sta avendo in questa fase, ha avanzato l’ipotesi che lo stesso potrà giocare un ruolo dirimente nel supporto di tali iniziative.

tiberio-graziani-reggio-calabria-quebecSuccessivamente l’intervento di Dott.Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAG, che ha messo in luce l’importanza che i rapporti bilaterali possono assumere in una fase storica come quella in corso. Graziani ha specificato l’importanza che le relazioni con il Quèbec potrebbe avere per il nostro Paese ponendo l’attenzione sull’opportunità di fare di alcuni elementi caratteristici dell’esperienza quebecchese un vero e proprio esempio per l’Italia e per i suoi territori.

Nel dibattito sviluppatosi a margine dei contributi dei relatori, da segnalare i numerosi interventi da parte del numeroso e interessato pubblico presente in sala. In conclusione dei lavori la parola è stata ripresa dalla Dott.ssa Renosto che, dopo aver dichiarato di avere apprezzato tutti gli interventi, ha precisato che tutti i temi trattati potranno essere oggetto di particolari convenzioni e progetti da realizzare insieme, al fine di creare le condizioni utili a mettere in piedi una fitta rete di interscambi nei settori della cultura, della formazione, della scienza e dell’enogastronomia.

(F.R)


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