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A San Martino, oca, castagne e vino

Da Carlottad

Mettetevi comode/i, oggi  lectio magistralis ( devo ben sfruttare la mia laurea in fancazzismo del web, peraltro universalmente riconosciuta, o no?!? :D) sulle tradizioni contadine del Veneto. Per quanto... ripensandoci un pochino... bisognerebbe anche fare un distinguo anche sulla territorialità veneta. Vabbè dai, rinviamo al prossimo trimestre. Pronte/i? Via! San Martino, nella tradizione contadina, segnava e segna la conclusione dei contratti agrari, il pagamento delle tasse e degli affitti. Era il riconoscimento ufficiale che la terra,  i suoi frutti e i gli animali tornavano di proprietà del concedente. Chi conosce un po’ di diritto sa di che cosa parlo. Ordunque, per queste ragioni, l’11 novembre  non era considerato un giorno fausto  considerando anche il fatto che  i proprietari terrieri potevano decidere di non rinnovare il contratto e  i mezzadri dovevano necessariamente trovarsi un’altra sistemazione. E’ per questo motivo che il detto popolare “far S.Martino” è sinonimo di cambiare casa o traslocare. L’11 novembre è considerato un giorno endegàro, ovvero un indicatore del tempo, perché  da questo giorno si traevano le previsioni per l’autunno: Se xe vento el dì de San Martin, tuto el mese xe vento de garbin”  che stava a significare un tempo nebbioso. Per la tavola invece, i detti popolari ricordavano: “A San Martin, el mosto deventa vin” “Chi no magna oca a San Martin no vede el becco de un quattrin" “San Martin, oca, castagne e vin” Ispirandomi a questi detti, ho preparato il menù di stagione. Antipasto di ovoli, ricotta salata e prosciutto crudo A San Martino, oca, castagne e vino
Essendo una preparazione semplicissima, vi dirò solo che gli ingredienti erano eccellenti:  i funghi provenivano dalla zona di Anghiari, la ricotta salata bio da Norcia e il prosciutto crudo Dorth 1931 da Aviano. E' un prosciutto poco conosciuto, a basso contenuto di sale, prodotto artigianalmente con molta cura da un giovane e consapevole macellaio, Luigi, che porta avanti la tradizione familiare. Nel lungo periodo che ho trascorso in quel paese, senza cucinare, ricordo con piacere le chiacchierate di cibo e cucina fatte con lui. Petto di pollo farcito con porcini e tartufo.
A San Martino, oca, castagne e vino
Ingredienti x 4 p:
2 petti di pollo 150 gr di porcini a pezzetti già cotti 1 piccolo tartufo 1/2 bicchiere di vino bianco sale pepe di Sechuan olio evo aglio, salvia e rosmarino
Pulire bene i petti di pollo, dividerli a metà, salarli e peparli. Farcire le 2 metà con i porcini a pezzetti e lamelle di tartufo. Chiudere con le altre 2 metà mettendole al contrario, testa coda per capirci, e legarle con dello spago da cucina. Mettere un po' d'olio evo in un tegame con aglio, rosmarino e salvia. Far sigillare la carne, sfumare con vino bianco, salare e pepare. Portare a cottura. A San Martino, oca, castagne e vino
A noi l'oca non piace. Ho usato il pollo ma l'ho fotografato sul gioco dell'oca sperando che valga lo stesso. Se non arrivano quattrini pazienza, tanto ormai ci siamo abituati :))
Brownies ai marroni

A San Martino, oca, castagne e vino
Ingredienti:
250 gr marroni lessi puliti 50 gr farina 00 150 gr di burro morbido 150 gr cioccolato fondente 100 gr zucchero 3 uova 2 cucchiaini da caffè rasi di lievito i semi di mezza bacca di vaniglia

A San Martino, oca, castagne e vino

Preriscaldare il forno a 180°. In una ciotola, montare il burro morbido con lo zucchero  e aggiungere le uova uno alla volta. Far fondere il cioccolato e unirlo al composto. Tritare i marroni nel mixer, metterli in una ciotola e aggiungere la farina il lievito e i semi di vaniglia. Unire insieme i 2 composti e versarli in una teglia (la mia era 22 x 28 cm)ricoperta sul fondo con carta forno e cuocere per circa 30 minuti. Negli ultimi 10 minuti ho coperto la teglia con alluminio. Lasciate raffreddare e tagliate a cubetti.
A San Martino, oca, castagne e vino






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