Ciò che rende unica la Paris Fashion Week è la costante sensazione di vivere all’ interno di un sogno, progettato e programmato fin nei minimi particolari, per incantarci. La città tutta si veste di raffinati pizzi, sete fruscianti e canutiglie che riflettono pigramente i raggi solari. Le strade diventano passerelle di improbabili mannequins, rischiando di far passare in secondo piano le sfilate ufficiali.
La giovane e talentuosa designer Marianna Bonelli, fondatrice del marchio tuotua, ci offre la possibilità di vivere, attraverso il suo racconto per immagini, quella trepidazione, quel particolare senso di fascinazione, che si prova nel respirare la stessa aria dei più famosi couturiers del mondo.
Come potrete vedere, però, non si tratta solamente di Chanel, Lanvin, o Saint Laurent Paris (versiamo una lacrima per il fu Yves), i creatori di moda più avanguardisti si ritrovano al salone TRANOÏ, evento precursore di tendenze con una propria identità, che mixano lusso, avanguardia e aroma contemporaneo.
Tra un macaron e una borsetta, poi, osserveremo vetrine animate dalle quali ci occhieggia una curiosa donna parruccata, si tratta di Yayoi Kusama, sacerdotessa della Pop-art e dei polka-dots, ultima, blasonata collaborazione del marchio Louis Vuitton.
Qualora la fiera delle vanità si rivelasse troppo fatua e le vostre sinapsi ne uscissero rallentate, niente di meglio che un bel museo! Anche lì però, a quanto pare, finirete nelle maglie (non solo metaforiche) di tre pietre miliari della storia della moda.
Iniziamo con Chloè Attitudes al Palais de Tokio, esposizione che celebra i sessant’anni del marchio, ripercorrendone la storia attraverso i segni caratterizzanti.
Per i più sofisticati ed intellettuali consigliamo un evento unico nel suo genere: White drama, la collezione primavera-estate 2012 del marchio Comme des Garçons, fissata all’ interno di bolle trasparenti, che la allontanano dalla tirannia del tempo e delle mode, al fine di mostrare una sfilata completa e i suoi contenuti nascosti ossia lavoro, metodo, manualità.
Usciti dalla mostra su Comme des Garçons, alla porta accanto troviamo quella dedicata a Cristóbal Balenciaga. Ci addentriamo, così, nella stanza di un collezionista: i costumi tradizionali del folklore spagnolo sono rappresentati da composizioni religiose e capi in pizzo nero mentre i ricami eccezionali parlano di una raffinatezza d’altri tempi, evocando nel visitatore un senso di nostalgia.
Tutto complotta per renderci parte di questa storia meravigliosa e spero che voi, lettori, ne rimaniate incantati.
Fotoreportage a cura di Marianna Bonelli