Vi ricordate l’abito azzurro da gladiatrice che Belén Rodriguez ha indossato a Sanremo? Era suo. E’ suo anche l’abito giallo indossato da Beyoncé in una puntata di X Factor 5. Stiamo parlando di Fausto Puglisi, classe 1976, messinese di origine, hollywoodiano di adozione. Lo abbiamo interrogato sul difficile mestiere di couturier stellare. Ecco cosa ci ha raccontato.
Com’è lavorare con le dive del jet-set?
«Molto stimolante: è tutta un’altra cosa. Io ho avuto la fortuna di lavorare al seguito di Patty Wilson (una stylist molto famosa, ndr) e David Lachapelle. I suoi servizi fotografici sono dei veri e propri kolossal: dal make-up al catering, tutto è organizzato nel dettaglio. Lavorare con loro è stata una vera gavetta: devi imparare essere veloce, ordinato e attento e in questo Patty Wilson è stata una grande maestra».
Cosa piace alle star del suo stile?
«Forse il fatto di non seguire le mode o i trend. A me non interessa quello che va e quello che non va. Io faccio quello che sento, quello che mi ispira. E anche le star sono così: le dive sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Forse è per questo che piaccio».
Ha un’icona di riferimento?
«Sì, anzi, è meglio chiamarla una fissazione: Michelle Pfeiffer in Scarface. E’ un film che ho visto da ragazzino e ne sono rimasto folgorato. Per me Michelle rappresenta la bellezza per antonomasia. E’ algida, sensuale, perfetta. La scena in cui lei scende dall’ascensore con l’abito azzurro è rimasta impressa nella mia mente».
Ha mai avuto occasione di vestirla?
«No, e avrei un po’ paura. Io sono legato a lei in quel film, in quelle scene. Ho paura di rovinare quell’immagine mentale. Poi, per me lei è una delle donne più belle del mondo e sempre lo resterà, anche a 80 anni».
«Ma certo! Poi c’è Anna de Lo Russo! Io la adoro. Quando disegno penso sempre a lei. Quando era andata a una sfilata di Dior con un mio abito giallo mi sono commosso: bellissima. Anche nuda, sarebbe perfetta».
Altre icone contemporanee?
«Kate Moss. E’ l’apoteosi della modernità: che indossi un abito vintage o un paio di pantaloni sporchi di fango a Woodstock non fa differenza, resta sempre elegante. Madonna a modo suo lo è, ma anche Lilly Gruber. Io poi non sono uno ossessionato dall’eleganza. Non mi interessa. Mi piace l’effetto “pugno nello stomaco”. Non sono un nostalgico, non vivo di miti del passato».
E allora di Kate Middleton cosa pensa? Molti l’hanno definita una fashion icon.
«Mi piacerebbe vestirla, ma per stravolgerla».
E come?
«La vestirei da gladiatrice. E’ un po’ la mia mania, ma lei starebbe benissimo. Sarebbe una perfetta eroina da peplum movie. Anzi! Creerei per lei uno stile pool party-Maria Antonietta.
Una cosa semplice…
«(Ride,ndr) Un look barocco con un sacco di crema solare addosso».
Cosa non deve mancare nel guardaroba di una donna?
«Cosa non dovrebbe mancare mai? Beh, un uomo, direi (ride, ndr)».
Be', diventerebbe un po’ difficile da organizzare…
«Ma figurati, lo chiudi dentro insieme alle altre cose e via! Scherzo: però il concetto di must stride con la mia passione per la libertà di vestirsi». «Ti direi: tutto e il contrario di tutto. Basta diktat, lo stilista non decide nulla. Ogni donna deve trovare uno stile che traduca la personalità e le proprie esperienze. Per dire: io amo moltissimo i tacchi, ma alcune donne sono bellissime con le ballerine».
Che musica ascolta mentre cerca l’ispirazione?
«Definirei la mia colonna sonora “Edonismo pop”: da Slave to love di Brian Ferry - che adoro- ai Roxy Music. Mi scatta in testa un immaginario tra Acapulco e Londra…».
A proposito: dove andrà in vacanza questa estate?
«In Sicilia, ci mancherebbe, torno nella mia terra. Viaggio tutto l’anno e d’estate non vedo l’ora di tornare a casa per trovare l’ispirazione».
E in valigia cosa mette?
«Non mi porto niente, compro tutto lì. Odio le valigie. Forse un costume…ma neanche. Nudo!» (fonte: vanityfair)
Magazine Lifestyle
A tu per tu con lo stilista delle star: Fausto Puglisi
Creato il 22 luglio 2011 da Dg_victims @DG_VICTIMS
Vi ricordate l’abito azzurro da gladiatrice che Belén Rodriguez ha indossato a Sanremo? Era suo. E’ suo anche l’abito giallo indossato da Beyoncé in una puntata di X Factor 5. Stiamo parlando di Fausto Puglisi, classe 1976, messinese di origine, hollywoodiano di adozione. Lo abbiamo interrogato sul difficile mestiere di couturier stellare. Ecco cosa ci ha raccontato.
Com’è lavorare con le dive del jet-set?
«Molto stimolante: è tutta un’altra cosa. Io ho avuto la fortuna di lavorare al seguito di Patty Wilson (una stylist molto famosa, ndr) e David Lachapelle. I suoi servizi fotografici sono dei veri e propri kolossal: dal make-up al catering, tutto è organizzato nel dettaglio. Lavorare con loro è stata una vera gavetta: devi imparare essere veloce, ordinato e attento e in questo Patty Wilson è stata una grande maestra».
Cosa piace alle star del suo stile?
«Forse il fatto di non seguire le mode o i trend. A me non interessa quello che va e quello che non va. Io faccio quello che sento, quello che mi ispira. E anche le star sono così: le dive sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Forse è per questo che piaccio».
Ha un’icona di riferimento?
«Sì, anzi, è meglio chiamarla una fissazione: Michelle Pfeiffer in Scarface. E’ un film che ho visto da ragazzino e ne sono rimasto folgorato. Per me Michelle rappresenta la bellezza per antonomasia. E’ algida, sensuale, perfetta. La scena in cui lei scende dall’ascensore con l’abito azzurro è rimasta impressa nella mia mente».
Ha mai avuto occasione di vestirla?
«No, e avrei un po’ paura. Io sono legato a lei in quel film, in quelle scene. Ho paura di rovinare quell’immagine mentale. Poi, per me lei è una delle donne più belle del mondo e sempre lo resterà, anche a 80 anni».
«Ma certo! Poi c’è Anna de Lo Russo! Io la adoro. Quando disegno penso sempre a lei. Quando era andata a una sfilata di Dior con un mio abito giallo mi sono commosso: bellissima. Anche nuda, sarebbe perfetta».
Altre icone contemporanee?
«Kate Moss. E’ l’apoteosi della modernità: che indossi un abito vintage o un paio di pantaloni sporchi di fango a Woodstock non fa differenza, resta sempre elegante. Madonna a modo suo lo è, ma anche Lilly Gruber. Io poi non sono uno ossessionato dall’eleganza. Non mi interessa. Mi piace l’effetto “pugno nello stomaco”. Non sono un nostalgico, non vivo di miti del passato».
E allora di Kate Middleton cosa pensa? Molti l’hanno definita una fashion icon.
«Mi piacerebbe vestirla, ma per stravolgerla».
E come?
«La vestirei da gladiatrice. E’ un po’ la mia mania, ma lei starebbe benissimo. Sarebbe una perfetta eroina da peplum movie. Anzi! Creerei per lei uno stile pool party-Maria Antonietta.
Una cosa semplice…
«(Ride,ndr) Un look barocco con un sacco di crema solare addosso».
Cosa non deve mancare nel guardaroba di una donna?
«Cosa non dovrebbe mancare mai? Beh, un uomo, direi (ride, ndr)».
Be', diventerebbe un po’ difficile da organizzare…
«Ma figurati, lo chiudi dentro insieme alle altre cose e via! Scherzo: però il concetto di must stride con la mia passione per la libertà di vestirsi». «Ti direi: tutto e il contrario di tutto. Basta diktat, lo stilista non decide nulla. Ogni donna deve trovare uno stile che traduca la personalità e le proprie esperienze. Per dire: io amo moltissimo i tacchi, ma alcune donne sono bellissime con le ballerine».
Che musica ascolta mentre cerca l’ispirazione?
«Definirei la mia colonna sonora “Edonismo pop”: da Slave to love di Brian Ferry - che adoro- ai Roxy Music. Mi scatta in testa un immaginario tra Acapulco e Londra…».
A proposito: dove andrà in vacanza questa estate?
«In Sicilia, ci mancherebbe, torno nella mia terra. Viaggio tutto l’anno e d’estate non vedo l’ora di tornare a casa per trovare l’ispirazione».
E in valigia cosa mette?
«Non mi porto niente, compro tutto lì. Odio le valigie. Forse un costume…ma neanche. Nudo!» (fonte: vanityfair)
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