A tu per tu con| Olympia de Molossi

Creato il 13 novembre 2014 da Cchissima @CChissima

Ph. Mauro Talamonti - REVS


Olympia è una ragazza torinese che di professione fa la Stylist.

E' un'amica virtuale, conosciuta su Facebook per quelle strane coincidenze per cui dalla pagina di un amico, passi a quella di un altro e poi a quella di un altro ancora. E poi su una di queste pagine ti fermi, perchè ti colpisce  qualcosa che neanche tu sai definire ma sai che vuoi saperne di più...

Così io Olympia ho voluto conoscerla.
Il nostro incontro si è trasformato in una lunga e piacevolissima chiacchierata sulla moda, le nuove tendenze, Torino, il suo lavoro e il mio.

Parte di quello che ci siamo dette, lo potete leggere qui. Ora.

Olympia la trovate qui:http://www.olympiademolossi.com/

Ph. Riccardo La Valle - Bambi magazine


Ph Alberto Raviglione - Harper's Baazar 


 Ph. Mario Caponi


Olympia, parlami un po’ del tuo lavoro. In cosa consiste esattamente.
Mi occupo di stile. Il mio lavoro è molto vario e può comprendere la consulenza di immagine, il lavoro di costumista, le pubbliche relazioni. Lavoro sul set di servizi fotografici moda, campagne pubblicitarie, video musicali. Sono "la trova robe", il guardaroba ambulante.
Lavoro con il prodotto dei designers per creare nuove immagini, suggestioni, stili. Non sono una stilista (designer), almeno non al momento!

Da quanti anni lo fai?
Con qualche interruzione di percorso, mi occupo di styling da circa 7 anni.
Ho iniziato prestissimo, durante il primo anno del corso di styling già mi cimentavo in test per agenzie di models management, quando ancora non avevo ben chiaro cosa fosse davvero questo lavoro!

Studi specifici
Mi sono diplomata in Fashion Styling all'Istituto Marangoni di Milano. E sempre presso Marangoni, ho conseguito un master in Fashion Promotion ottenendo una borsa di studio sponsorizzata dalla Giorgio Armani.

Stai lavorando a...
Ultimamente curo l'immagine di alcuni artisti del panorama musicale italiano. Mi diverte molto perchè ho la possibilità di instaurare rapporti umani di grande valore con persone che lavorano in quello che per me é il campo artistico più interessante: la musica.
In parallelo sto scrivendo un progetto sullo stile di vita nomade in relazione all'abbigliamento.

Il tuo Stile personale
Mi piacerebbe poterti rispondere con Boho-chic, New Normal, e tutte le "ashtaggate" del caso (rido), in realtà il mio stile è dettato dalla vita che conduco che mi porta a fare scelte pratiche: vestirmi con più "layers", tessuti che non si stropicciano, principalmente di colore nero. Mi considero un po' nomade di spirito, viaggio e vorrei viaggiare molto di più, e prediligo l'abbigliamento intelligente e adatto a tanti usi. Trovo molto interessanti gli abiti trasformabili e ben studiati. Non rinuncio però al vintage e ad alcuni pezzi "importanti" soprattutto per i capospalla. Adoro l'usato e i mercati.

Un tuo pregio
La comprensione. Nella vita aiuta molto capire le persone, vedere dietro/dentro, non fermarsi alle apparenze depistanti. Amo le storie, i vissuti e credo che ognuno di noi abbia da raccontare molto e spesso il modo di vestire da delle linee guida per decodificare la personalità, le paure, le aspirazioni.

Un tuo difetto
Essere un Acquario. Risulto distante, incostante e fredda.

Riesci sempre a essere ispirata e creativa?Assolutamente no. Ci sono giorni in cui mi chiedo il senso del mio "fare" e tramo contro me stessa (rido), che si alternano a giorni di grande forza e concentrazione. Sto vivedo il periodo più bello della mia vita perchè dopo anni ho capito che sono un essere creativo(come tutti del resto). Accetto, quindi, anche i periodi di pausa e riposo dell'ispirazione. Senza il buio, la luce non esisterebbe.
Come definisci la moda?
Non amo molto parlare di Moda, quanto più di abbigliamento. Questo tema è spesso troppo sopravvalutato e il termine Moda è intrinsecamente una regola da seguire, un "must have", un impulso compulsivo al possesso. Mi piace pensare di lavorare nel campo dell'Arte e dell'Espressione in senso ampio. Le definizioni sono importanti, ma mi stringono come un leggings della taglia sbagliata!

Ora proviamo a dare qualche informazione utile per chi sogna di fare questo mestiere. Olympia, da dove si comincia?
Un anno fa una ragazza mi chiamò per sapere come intraprendere questo percorso. Le risposi che il modo migliore è fare l'assistente. Osservare, provare e sbagliare sono le uniche attività che davvero servono per imparare qualsiasi mestiere e lo styling non fa eccezione. Il percorso di studi non vale quanto l'esperienza diretta in questo campo. Quella ragazza, che allora studiava come scenografa ad Urbino, oggi è l'assistente di una delle più importanti stylist italiane nell'ambito televisivo e, saltuariamente, la mia. La passione, l'umiltà e l'impegno pagano sempre e lei ne è la prova.

Cosa significa per te comunicare attraverso l'immagine?
Un tempo la comunicazione avveniva attraverso il disegno: racconti parietali spiegavano le origini del mondo, il pantheon, la quotidianità e gli auspici. Si raccontavano storie. I miti, le fiabe, i racconti tramandati erano i supporti impalpabili di immaginari. Così come la poesia e la musica. Oggi la fotografia digitale ha preso il posto delle parole e del disegno, ma il fine ultimo è lo stesso: raccontare storie didascaliche.

Qual'è il capo che non deve mai mancare nel nostro guardaroba.
Ognuno ha un proprio mondo vestimentario, un codice comunicativo. A volte muta nel tempo. Difficile e presuntuoso è dare una regola universale...
Il mio, negli ultimi anni, è un grande rettangolo di jersey di seta da drappeggiare come turbante, come gonna, cardigan, abito. Sono nomade per vocazione e il mio stile ne è la diretta conseguenza.

Gli accessori indispensabili.
Stesso discorso di prima. Non posso fare a meno di un paio di spille da balia: salva vita in caso di strappi e inconvenienti, fondamentali sul set e utilissime per puntare il drappeggio del sopracitato rettangolo di jersey!


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