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A volte ritornano

Creato il 14 marzo 2011 da Patuasia

A volte ritornano. A Etroubles sempre gli stessi! Sempre gli stessi artisti, eppure nel mondo l’offerta è varia e non manca. Il Museo a cielo aperto è stata una bella trovata, niente di geniale, ma per la Valle d’Aosta e soprattutto per il Paese, aprirsi all’arte contemporanea è stata una scelta coraggiosa. Molto meno coraggiosa la cernita degli artisti che di contemporaneo hanno molto poco. E la loro età lo conferma. Erano già tornati:  Andrea Granchi con una personale a Saint-Rhémy-en-Bosses e ad Aosta nella galleria del curatore Alessandro Parrella, Chicco Margaroli con un nuovo murales a Etroubles, Italo Bolano con un’esposizione ad Aosta, Roberto Priod nella galleria dell’associazione Parrellarte, Norbert Verzotti al castello di Saint-Rhémy-en-Bosses e ancora ad Aosta insieme a Guido Magnone e Albert Féraud tutti artisti ospiti del museo all’aperto di Etroubles. E naturalmente era tornato più e più volte lo stesso Léonard Gianadda, cittadino onorario del paese dal 2005, con le sue collezioni private (Da Dégas a Picasso; Luigi le berger; Creazione e materia, Rodin e Claudel; le stampe del Gran San Bernardo). Evidentemente gli artisti e il loro curatore, nonché croupier al Casinò, si devono voler un gran bene e, ogni anno, puntuali come un orologio svizzero esprimono il desiderio di rivedersi, preferibilmente in occasioni pseudo mondane come una vernice tra i monti. Altro motivo non riesco a coglierlo. L’arte, lo ripeto, non manca e, a cercarla, non manca neppure la qualità, perché allora qui girano sempre gli stessi nomi? Pigrizia? Abitudine? Affetto morboso? Personalmente le opere presentate a esclusione di quelle storiche non mi piacciono: appartengono a un accademismo vecchio, desueto che sa di muffa e di stantio. Facile da piazzare a un pubblico timido e provinciale qual’è quello valdostano. Il successo è garantito. La critica, a parte quella della sottoscritta, inesistente. Evviva evviva! (Alessandro non prendertela, anzi gioisci che qualcuno oltre a pensarle le cose le esprime. E poi io non conto un cazzo! Ciao.).

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