Le barriere architettoniche sono un concetto abbastanza recente che sta prendendo piede sempre di più nella nostra epoca; i promettenti futuri architetti italiani e non, studiano e approfondiscono questo argomento ritenuto ormai essenziale ai fini progettuali.
Viene definita barriera architettonica qualsiasi elemento costruttivo che impedisca o renda difficoltoso la fruibilità di uno spazio da parte di utenti abili o diversamente abili. Dal 1989 in Italia il problema viene trattato in maniera più specifica con il Decreto Ministeriale 236/89 che definisce ben tre livelli di qualità dello spazio:
Accessibilità: possibilità per persone con ridotta capacità motoria o sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali.
Visitabilità: possibilità per persone con ridotta capacità motoria o sensoriale di accedere agli spazi di relazione.
Adattabilità: possibilità di modificare lo spazio costruito al fine di renderlo fruibile anche da parte di persone con ridotta capacità motoria o sensoriale.
Non sono solo i nuovi progetti a dover tenere conto di tali requisiti minimi, ma anche le costruzioni più datate devono adeguarsi per legge, purtroppo però sono ancora molte le realtà che non tengono conto di questi parametri; note trasmissioni televisive mettono spesso in evidenza quanto ancora siamo lontani dal rendere tutte le strutture alla portata di tutti.
articolo redatto e scritto dalla dott.ssa Valeria Recupero